BARLETTA - Un traguardo di bontà che profuma di sangue. Grazie alle prime trecento donazioni. Avete letto bene.
È felice il barlettano Michele Cafagna, in forza alla comunale dell’Avis - Associazione volontari italiani del sangue - di Barletta dedicata al professor Ruggiero Lattanzio e presieduta da Leonardo Santo, per il suo impegno nella galassia della donazione.
Barlettano 55enne - laurea in Giurisprudenza di professione bancario all’Unicredit e marito di Consiglia anch’ella donatrice al pari della figlia Carlotta, la secondogenita Melania è ancora minorenne - compie questo gesto salva vita da oltre venti anni. Ma non solo dato che è una punta di diamante della sezione barlettana dell’Aido – Associazione Italiana donatori organi.
Nell’Avis è impegnato nel consiglio direttivo cittadino e provinciale nell’area economica amministrativa. Non si contano le sue trasferte nelle assemblee di carattere provinciale, regionale e nazionale precisando che è «in partenza per quella si terrà dal 26 al 28 maggio a Bellaria» come delegato nazionale. Attività che gli ha permesso di meritare l’onorificenza, prima di Cavaliere della Repubblica, e dopo di Ufficiale. «Dono perché son consapevole di aiutare molta gente più sfortunata di me dal punto di vista medico e salutistico. Ho iniziato a donare dopo che, nel 1995 ho subito un incidente d’auto, e son stato costretto a sottopormi ad intervento chirurgico necessitando di contestuale donazione di sangue. Quello è stato il momento in cui ho percepito l’importanza della donazione, anche se precedentemente avevo già effettuato due donazioni al Nord, dove mi trovavo per motivi di studio», racconta Michele con il suo consueto garbo.
E poi: «Le mie 300 donazioni le ho fatte prevalentemente al centro trasfusionale di Barletta al «Mons. Raffaele Dimiccoli» in qualità di donatore Avis che per me costituisce un luogo di aggregazione dove si spera di trainare le nuove generazioni. Invito tutti coloro che si trovano in buone condizioni di salute a recarsi al centro trasfusionale per iniziare o riprendere questa bella avventura, sapendo che con la donazione si possono aiutare gratuitamente tante persone e al tempo stesso si tiene sotto controllo il proprio stato di salute grazie ai numerosi esami che il centro rilascia dopo ogni donazione».
Poi, pescando tra i ricordi più belli vissuti in ambito avisino, aggiunge: «Mi ricordo dell’altruismo di un donatore che durante l’attesa per la donazione mi raccontò che sebbene disoccupato, ogni volta si procurava i soldi per pagare l’autobus che lo portava dal suo paese di residenza a donare il sangue e il momento bellissimo quando durante la nazionale di Palermo donammo il libro di Mennea e un annullo filatelico al presidente nazionale Vincenzo Saturni. Indimenticabile il momento quando regalai all’attuale presidente nazionale Gianpietro Briola il libro edito da Rotas che la nostra comunale ha stampato in occasione del 65esimo anniversario della fondazione e il momento di confronto con il dottor Roberto Guzman responsabile delle associazioni di donatori di sangue del San Salvador». Insomma un esempio da ammirare. E imitare.