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Ex dancing Lampara e pizzeria, due rebus per la valorizzazione

 
Nico Aurora

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Nico Aurora

Ex dancing Lampara e pizzeria, due rebus per la valorizzazione

A breve la terza asta per il locale «da Felice» in piazza Marinai d’Italia. I costi di gestione

Mercoledì 19 Aprile 2023, 13:58

TRANI - Gli immobili del Comune condotti da privati fruttano a Palazzo di città 457.000 euro l’anno. Complessivamente si tratta di una somma di tutto riguardo per quanto riguarda i fitti attivi, che prima il Comune percepiva con il contagocce. Al contrario i fitti passivi sono limitati a 140.000 euro l’anno, per effetto delle locazioni dei plessi privati in cui hanno sede la scuola primaria Papa Giovanni XXIII, in via Stendardi, e la scuola dell’infanzia del Primo circolo didattico De Amicis, in via De Gemmis, rispettivamente al costo di 90.000 e 50.000 euro.

Questo, e molto altro, è contenuto nel Piano delle alienazioni e valorizzazioni immobiliari, che il consiglio comunale ha approvato nella seduta di ieri quale argomento propedeutico al bilancio di previsione annuale pluriennale 2025.

Nel provvedimento figurano innanzi tutto una serie di immobili da allenare quanto prima, a cominciare da una sequenza interminabile di terreni che hanno tutti sede fra via Perrone Capano e via Papa Giovanni XXIII, compreso uno che ormai da decenni il Comune di Trani detiene in agro di Cerignola.

Il più importante fra tutti, però, è l’ex mercato ortofrutticolo di via Andria che, secondo quanto si legge nei provvedimento, «risulta occupato abusivamente». L’intenzione dell’amministrazione comunale è «promuoverne lo sfratto ed alienare il terreno con cambio di destinazione d’uso a commerciale, per consentirvi la vendita al dettaglio di medie e grandi dimensioni».

Nessun riferimento al progetto, suggerito nel Piano del traffico in occasione del finanziamento ottenuto per l’acquisto di tre nuovi bus elettrici: il progettista aveva indicato proprio quell’area come hub del trasporto pubblico locale.

In piazza Marinai d’Italia si vuole riacquisire e demolire il chiosco h24 per la somministrazione di derrate alimentari e bevande: risulta occupato «sine titulo» dal precedente concessionario, il quale si è opposto all’intimazione al rilascio.

La questione di piazza Marinai d’Italia riguarda però, e soprattutto, i due grandi locali destinati al pubblico, con particolare riferimento alla Lampara ed all’ex pizzeria da Felice.

Il glorioso ex dancing è ormai un rudere che cade a pezzi, per il quale a breve si vuole «indire una procedura ad evidenza pubblica per l’affidamento In concessione di valorizzazione a soggetti privati, per lo svolgimento di eventi artistici, musicali e culturali, nonché attività di ristorazione».

In altre parole, la Lampara non sarà più la grande discoteca che fu fino al 2018, ma tornerà ad essere un luogo di espressione artistica a 360 gradi, associata alla ristorazione. «Abbiamo dato un indirizzo al dirigente sulla tipologia di attività da svolgere al suo interno - spiega il sindaco, Amedeo Bottaro -. L’idea è di riportarlo alla sua storicità, cioè non una discoteca ma locale che preveda spettacoli dal vivo, concerti, rappresentazioni teatrali, presentazioni di libri ed eventi culturali in genere, il tutto unito chiaramente all’attività di somministrazione».

Resterà invece esclusivamente destinata alla ristorazione l’ex pizzeria da Felice, la gara per il cui affidamento in concessione (da 6 a 25 anni) è andata deserta due volte: la prima con una base d’asta di 61.000 euro; la seconda di 48.000.

Bottaro fa sapere che a breve ne sarà emanata una terza, riducendo ancora il canone a base d’asta, ed esclude intorno ad essa manovre speculative: «Il vero problema è legato all’innalzamento dei costi di gestione, di cui forse le due gare deserte non hanno tenuto conto - spiega il sindaco -. Tutto questo frena i possibili acquirenti sia in termini di investimento iniziale, sia in termini di costo di gestione da sostenere, che non è quello di dieci anni fa ma oggi è notevolmente lievitato. Dunque, quello determinato dagli uffici è stato un costo era più legato ad un mercato di qualche anno fa, ma intanto il mondo è realmente cambiato».

La terza gara proporrà un ulteriore, non meglio precisato ribasso, mentre il Comune esclude di compiere a suo carico i lavori di manutenzione straordinaria previsti a carico del concessionario, altra probabile causa delal mancata partecipazione alle gare «Non lo faremo per due motivi - conferma Bottaro -. Il primo è che non abbiamo le risorse e qui non ci sono finanziamenti che ci vengano incontro. Il secondo è che io ritengo sia strategico che a fare i lavori sia chi ci deve entrare, perché li farà esattamente in virtù dell’uso che ne deve fare».

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