BARI - Sarebbe stato un pentito a inguaiare l’avvocato barlettano Michele Cianci, il penalista finito ai domiciliari il 9 settembre su ordinanza del gip di Brescia, Angela Corvi, con l’accusa di associazione per delinquere e traffico di stupefacenti per aver gestito la parte finanziaria del «Berlusconi Market», un sito del dark web che vendeva droga, ma anche carte di credito clonate, documenti rubati e armi da guerra. Il market è rimasto aperto anche dopo l’arresto dei tre pugliesi accusati di averlo gestito. E Cianci, loro avvocato, avrebbe in particolare lavorato per recuperare le criptovalute dall’«hot wallet» del sito, così da consentire il riciclaggio dei proventi.
Dopo che la difesa (avvocati Claudio Cioce e Giovanbattista Scalvi) ha chiesto invano alla Cassazione di trasferire la competenza a Bari, il pm bresciano Erica Battaglia ha chiesto il giudizio immediato: il processo comincerà domani. Dagli atti emerge la genesi della vicenda, che parte nel 2019 dopo l’arresto di tre persone (due di Barletta e uno di Putignano) accusati di associazione per delinquere il relazione al «Berlusconi Market». Con la sentenza di condanna in abbreviato a quattro anni, il Tribunale ha trasmesso gli atti alla Procura ravvisando l’ulteriore reato di traffico di stupefacenti. Ed è così che l’indagine ha toccato Cianci (difensore dei due barlettani), oltre che il cognato Florin Oanca e il fratello di uno dei gestori...