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Chiese 5mila euro al prete per non rivelare presunte avances ricevute: a processo 22enne andriese

 
Linda Cappello

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Linda Cappello

Chiese 5mila euro al prete per non rivelare presunte avances ricevute: a processo 22enne andriese

I fatti risalgono al 19 ed al 29 settembre dello scorso anno

Giovedì 19 Gennaio 2023, 12:44

ANDRIA - A processo il 22enne di Andria accusato di aver estorto oltre 5000 euro ad un prete per non rivelare le presunte avances ricevute dal religioso. Il gip del Tribunale di Bari Francesco Mattiace ha emesso nelle scorse settimane decreto di giudizio immediato: il processo, che sarà celebrato con rito abbreviato, è fissato per il prossimo 22 marzo. Il ragazzo, attualmente ancora detenuto nel carcere del capoluogo, nel corso della scorsa udienza ha raccontato la sua versione dei fatti, proclamandosi innocente. Ha inoltre aggiunto di aver denunciato il prete – presente all’udienza – con l’accusa di violenza sessuale.

I fatti risalgono al 19 ed al 29 settembre scorso. C’è da dire che l’imputato era sottoposto alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale, con l’obbligo di soggiorno nel comune di residenza, emessa il 27 aprile scorso dal Tribunale di Bari. Nonostante questo il giovane si sarebbe recato nel capoluogo, in una chiesa della periferia del capoluogo. A suo dire, il prete nel corso della confessione gli avrebbe rivolto delle attenzioni particolari, di certo non consone ad un prelato: si parla, in particolare, di carezze sulla guancia e del tentativo di un bacio.

Secondo il capo di imputazione, il 22enne avrebbe paventato al prete l’esistenza di un video, ripreso con il telefono cellulare: se non gli avesse dato dei soldi, quel filmato sarebbe diventato di dominio pubblico. C’è da dire che il prete ha pagato, e non solo in un’occasione: un bonifico do 3000 euro il 19 settembre, uno da 2000 il giorno successivo, 500 euro il 21 tramite vaglia postale e il 23 900 euro tramite ricarica di una carta Postepay. Ma l’imputato non si sarebbe accontentato: sempre dietro la minaccia che avrebbe divulgato il famigerato video nel corso della messa per farlo vedere ai fedeli, avrebbe chiesto una cifra tra i 4000 e i 3300 euro. Ma stavolta il prete non ha ceduto e ha denunciato. Ne è nata un’inchiesta innanzi alla procura di Bari, sfociata in un’ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico del 22enne. Il religioso ha scelto di non costituirsi parte civile.

Il ragazzo, ancora detenuto, ha chiesto e ottenuto di essere giudicato con rito abbreviato: in caso di condanna gli sarà comminata una pena ridotta di un terzo. E’ difeso dagli avvocati Raffaele Losappio e Giangregorio De Pascalis.

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