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Corte di giustizia dell’Unione europea: una torre dedicata a Giustina Rocca

 
Nico Aurora

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Nico Aurora

Corte di giustizia dell’Unione europea: una torre dedicata a Giustina Rocca

L'orgoglio di Trani per la decisione. È stato il primo avvocato donna della storia

Sabato 24 Dicembre 2022, 13:13

TRANI - Una torre dedicata a Giustina Rocca. E non si tratta di un edificio qualsiasi, ma dei nuovi stabili della Corte di giustizia dell’Unione europea, che ha sede a Lussemburgo.

Ebbene proprio la Corte, in occasione del 70mo anniversario della fondazione, ha deciso di attribuire ufficialmente nuove denominazioni alle parti più recenti del suo complesso edilizio che, fino ad oggi, erano ancora designate da lettere.

A partire dall’edificazione del primo nucleo dell’edificio della Corte di giustizia dell’Unione europea, avvenuta agli inizi degli anni 70, l’organismo ha conosciuto diverse estensioni. I precedenti edifici erano stati denominati Erasmus e Thomas More ed oggi, in occasione dei 70 anni della Corte, anche gli altri edifici hanno ricevuto una denominazione ufficiale facendo riferimento ai valori che la stessa Corte difende e rappresenta. Le torri A, B, C e l’annesso C sono ora denominati così: Comenius; Montesquieu; Giustina Rocca; Themis.

Giustina Rocca, avvocato, visse a Trani a cavallo del 1500. La scelta di intitolarle la torre C risiede nella seguente motivazione: «È considerata la prima avvocata della storia. Il suo nome è passato alla storia grazie a un lodo arbitrale reso l’8 aprile 1500 nell’ambito di una controversia che era stata incaricata di risolvere. Alla corte del governatore veneziano di Trani, Giustina Rocca pronuncia il lodo arbitrale in lingua volgare – anziché in latino secondo gli usi dell’epoca – per renderlo comprensibile al pubblico venuto per assistere alla pronuncia. Convoca poi la parte soccombente affinché questa le versi gli onorari d’uso, sottolineando così, in un’epoca in cui le donne non avevano accesso né all’istruzione, né all’esercizio delle professioni giuridiche, la sua volontà di essere trattata al pari degli uomini che disponevano di tali prerogative. Denominando “Rocca“ la sua torre più alta, la Corte di giustizia dell’Unione europea ricorda il suo attaccamento all’accessibilità al diritto e alla giustizia da parte di tutti e ribadisce, facendo eco alla propria giurisprudenza, il suo impegno a favore delle pari opportunità».

Vedova di Giovanni Antonio Palagano e figlia di Orazio Rocca, Giustina fu una illustre avvocatessa tranese vissuta tra il XV ed il XVI secolo. Il famoso giureconsulto tranese Cesare Lambertini, nel suo trattato “De jure patronatus” (1572), narra che l’8 aprile 1500 Giustina Rocca pronunziò, dinanzi al Tribunale del Governatore veneto di Trani Ludovico Contarini, una sentenza arbitrale per questioni ereditarie tra Angelo e Trosolina Rocca, suoi nipoti. Avvenimento di grande interesse nell’epoca in cui si svolse, poiché fu la prima volta che una donna “bancho sedentem pro tribunali et sententiam vulgari sermone proferentem.”

L’unico documento scritto di G. Rocca che ci sia giunto è una bellissima epigrafe riportata sulla lastra tombale della figlia Cornelia, conservata nel Museo diocesano. Fu proprio da Giustina Rocca di Trani, della cui fama parlavano con entusiasmo le cronache veneziane del tempo, che Shakespeare trasse la figura di Porzia per il suo dramma intitolato “Il mercante di Venezia.”

A Trani, al suo nome, è intitolata una strada, la Scuola media statale di piazza D’Agostino ed il club femminile dei Lions tranesi. Un pregevole volumetto intitolato «Via Giustina Rocca a Trani», fu scritto ed edito nel 1993 da Raffaello Piracci per il tipi de Il tranesiere.

La dedica della Corte di giustizia europea, oggi, rappresenta più un omaggio alla tradizione giuridica italiana e del circondario di Trani, che vanta una storia secolare soprattutto con riferimento all’Avvocatura. Un ulteriore motivo di orgoglio sta proprio nel riconoscimento, attraverso la figura di Giustina Rocca, a tutte le donne che, sin da tempi remoti, hanno voluto essere trattate al pari degli uomini.

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