TRANI - Ha il sapore di un vero e proprio ultimatum la comunicazione che Palazzo di città ha rilasciato sul suo sito istituzionale con riferimento alla refezione scolastica: da lunedì 7 novembre, niente vitto per i figli dei morosi. «La ditta concessionaria del servizio di refezione scolastica - si legge nella nota - procederà alla sospensione automatica del servizio per coloro i quali abbiano maturato un debito pari o superiore a 25 euro. Al fine di scongiurare questa sgradevole situazione - prosegue l’informazione - si invitano le famiglie a verificare e, nel caso, regolarizzare la propria eventuale situazione debitoria (anche on line) entro domenica 6 novembre (domani, ndr). Sul sito del Comune di Trani è possibile acquisire tutte le informazioni necessarie per accedere al portale mensa ed ai relativi servizi. Questo intervento - si sottolinea a chiusura della nota - si pone a tutela dell’equità pubblica e dell’Ente».
«Dura lex, sed lex», si potrebbe dire. Ma si tratta pur sempre di un servizio pubblico a domanda individuale, erogato nella scuola pubblica a seguito di una istanza che le famiglie fanno pervenire al Comune affinché il loro figlio resti a scuola e pranzi insieme con gli altri i cui i genitori hanno fatto la stessa scelta.
A rigor di logica una famiglia che già sa sulla carta di non potersi permettere 5 euro per pasto (ma il costo scende a 1 euro qualora l’Isee della famiglia sia molto basso), dovrebbe valutare se prendere o meno in considerazione di ipotesi di iscrivere il proprio figlio alla refezione scolastica. Anche perché oggi, con l’intera digitalizzazione del servizio, è impossibile sfuggire persino al più banale dei controlli.
Secondo quanto ci riferisce il consigliere comunale delegato, Irene Cornacchia, «in questo primo periodo di refezione scolastica (il servizio è partito lo scorso 17 ottobre a cura della ditta Ladisa, ndr) si sono già manifestate situazione di morosità in tutti e quattro i circoli didattici. Non ne conosco il numero esatto, dagli uffici mi dicono che in alcuni casi sono dovute a sviste o dati incompleti nella compilazione delle richieste».
Ciononostante non si può neanche escludere che qualcuno abbia già provato a fare il furbetto. Potrebbe così davvero accadere che lunedì prossimo, dal centro cottura di Corato, partano meno vassoi rispetto a questi primi giorni di servizio.
L’iniziativa intrapresa, per quanto possa risultare impopolare, appare allo stato l’unico strumento per rimettere tutti in linea e fare in modo che il servizio proceda senza intoppi. A maggior ragione, tale necessità sembra affermarsi in contrapposizione alle diffuse, e spesso pretestuose, proteste dei giorni precedenti l’inizio del servizio.
Come si ricorderà, molte forze politiche contestarono con forza il fatto che l’acqua si sarebbe dovuta servire in caraffe da riempire con la rete idrica delle scuole, e tale problema fu risolto con la decisione di somministrare ai bambini acqua preconfezionata in bottiglie di plastica. Tale circostanza può avere anche innalzato i costi per l’azienda, mettendola più che mai nelle condizioni di non poter tollerare ritardi nei pagamenti.
Non meno dure furono le polemiche delle famiglie, soprattutto su social e chat scolastiche, con riferimento ad un menù giudicato non all’altezza dei propri figli e che invece la Asl Bt ha dimostrato essere perfettamente in linea con la dieta mediterranea, pur mantenendo una sostanziale apertura a proposte costruttive che possano rendere il vitto sempre più gradito ai ragazzi. Ed allora, se da una parte si chiede - e spesso si pretende -, dall’altra non si può avere il braccetto, o non dare per nulla nel solco dell’italico «tanto così fan tutti».