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Barletta, altro che riapertura! Ora vanno all’asta anche gli arredi della casa di riposo

 
Rino Daloiso

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Rino Daloiso

Casa di riposo, attesa senza fine a Barletta

La Casa di riposo di Barletta

Dotazione mai pagata, poi il pignoramento e venerdì si materializzerà l’epilogo della vicenda storia paradossale e beffarda

Mercoledì 02 Novembre 2022, 13:29

BARLETTA - A Palazzo di Città litigano per un posto nel consiglio di amministrazione della casa di riposo «Regina Margherita» (4 spettano al Comune, 1 alla Regione), ma è come spartirsi le vesti di un moribondo (o morto e sepolto da tempo?). Dopodomani, venerdì 4 novembre, andranno all’asta gli arredi acquistati (e non pagati) per ridare funzionalità all’edificio in fondo a viale Guglielmo Marconi: praticamente una pietra tombale per la riapertura, almeno in tempi relativamente brevi, della struttura.

ARREDI ALL'ASTA - I lotti di vendita comprendono, tra l’altro, 15 letti ad altezza fissa piani rete tondino 4 sez. gas cremagliera sponde 3x3 masselli; 51 materassi ignifughi antidecubito in poliuretano cellule aperte OrpheoD=40 kg/mc Tutto barriera; 51 guanciali Advance Air Trevira poliuretano espanso; 51 comodini monofronte linea ABS un’anta e un cassetto su piedini. E poi: 146 poltroncine struttura in legno braccioli curvati imbottite e rivestite. Anche 15 tavoli a ribalta con struttura di contenimento con staffe Hafele fino a 32 televisori LG 24 pollici, 2 tv LG 55 pollici e un impianto audiovisivo flight case con proiettore a 4 casse.

CENTOMILA EURO - Tutto questo e molto altro ancora per un valore complessivo di circa 100mila euro. Senza dimenticare i 2 milioni e 800mila euro spesi per ristrutturare l’intero edificio chiuso dal 16 settembre del 2015. I lavori sono stati completati dall’ormai discretamente lontano 2018, ma si è rivelato tutto inutile. Volendo, si potrebbero anche ricordare alcune tappe di questa telenovela molto emblematica della pessima gestione della cosa pubblica. Dopo un iter farraginoso e rocambolesco, il 18 nel marzo 2019, la Regione nomina finalmente il presidente del cda della Casa di riposo. Il 18 ottobre dello stesso 2019 il Consiglio comunale di Barletta riesce ad eleggere i suoi quattro rappresentanti nel cda, ma presidente e consiglieri di amministrazione non riescono a nominare il direttore generale che dovrebbe rimettere in moto il motore inceppato della gestione.

LA TELENOVELA - Il 19 ottobre 2020 il presidente dell’Azienda servizi alla persona si dimette. Il 26 gennaio 2021 il governatore Michele Emiliano, al mandato bis, nomina la nuova assessora al Welfare, Rosa Barone. Il 3 febbraio l’assessora prende visione della situazione con un sopralluogo in viale Marconi, presente il sindaco Cosimo Cannito. Il 22 aprile in un incontro via web l’assessore preannuncia a sindacalisti e prefetto che «il commissariamento della struttura paralizzata è alle porte». Il commissariamento finalmente avviene, dopo lungo un braccio di ferro tra Movimento 5 Stelle e Partito democratico (vinto dal Partito democratico, ça va sans dire), viene pure prorogato (ora è scaduto), ma non cambia nulla. Anzi! La situazione peggiora e siamo arrivati alla vendita all’asta per pignoramento delle suppellettili che avrebbero dovuto rendere di nuovo funzionale la casa di riposo.

LA SPARTIZIONE - Intanto, i novelli Stranamore di Palazzo di Città, come ha clamorosamente messo in evidenza l’ultima seduta del consiglio comunale, giocano alla lottizzazione dei posti secondo il Manuale Cencelli con l’istinto beffardo di scomporre e ricomporre alleanze che durano lo spazio di alcune settimane. Tanto, c’è tempo. La casa di riposo è chiusa da «appena» 7 anni e non ha più gli arredi di cui era stata dotata. Chi si intesterà il merito di questa «gran vittoria»?

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