È stata aggiornata al 20 settembre l’udienza preliminare davanti al gup di Lecce, Laura Liguori, per il terzo troncone dell’inchiesta sulla presunta giustizia truccata nel Tribunale di Trani. È quella che riguarda altre 12 persone tra cui anche la sorella dell’ex pm Antonio Savasta, accusata di aver ottenuto una fetta dei soldi che l’ex magistrato, insieme all’ex gip Michele Nardi, spillò agli imprenditori Flavio D’Introno e Paolo Tarantini.
Al momento nessuno degli imputati ha chiesto di avvalersi del rito abbreviato, ma molti difensori hanno avanzato eccezioni di competenza territoriale. Alcuni episodi in cui non è ipotizzata la responsabilità dei magistrati potrebbero infatti essere trasferiti davanti al Tribunale di Trani. Il gup Liguori ha dato termine fino al 30 luglio per avanzare le questioni preliminari.
Le cinque accuse formulate dal pm Roberta Licci riguardano, a vario titolo, le ipotesi di concorso in corruzione, concussione, calunnia, falsa testimonianza, falso, soppressione di atti veri ed estorsione, e riguardano anche i genitori e due fratelli di Flavio D’Introno (Domenico e Giuseppe), l’imprenditore (a sua volta condannato) che con le sue denunce ha dato il via alle indagini di Lecce sul Tribunale di Trani. Emilia Savasta è accusata di aver ottenuto i lavori per l’allestimento di una palestra di via Patalini a Barletta, 50mila euro in contanti, oltre a viaggi e soggiorni in alberghi a cinque stelle prenotati da D’Introno nell’agenzia di viaggi Tarantini di Corato, il cui titolare (parte offesa con l’avvocato Beppe Modesti) è stato vittima di una stangata: fu prospettata l’esistenza di una falsa indagine per reati fiscali, cancellata dopo il versamento di 400mila euro cash alla «banda dei giudici».
Intanto, il 12 aprile sono previste le audizioni davanti al Csm per la nomina a procuratore nazionale antimafia. Tra i concorrenti c’è anche il procuratore di Lecce, Leonardo Leone de Castris.