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Trani, il processo dei veleni tra furti e rapine: tra i 32 alla sbarra anche tre carabinieri

 
Massimiliano Scagliarini

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Massimiliano Scagliarini

Trani, il processo dei veleni tra furti e rapine: tra i 32 alla sbarra anche tre carabinieri

E anche il grande accusatore dei giudici

Mercoledì 23 Febbraio 2022, 10:38

Il colpo di scena è un dvd con l’intervista rilasciata alla trasmissione «Il Graffio» di Telenorba. Quella in cui Tommaso Nuzzi, 46 anni, un pregiudicato coratino ora ai domiciliari per droga dopo essere uscito dal programma di protezione dei testimoni, accusa l’imprenditore Flavio D’Introno di una serie di reati comuni tra cui furti e rapine. Proprio questo è il tema del processo che si è aperto ieri al Tribunale di Trani, davanti al gup Ivan Barlafante, dove sono imputate 32 persone: tra loro anche alcuni carabinieri in servizio tra Corato e Molfetta, accusati tra l’altro di aver chiuso un occhio in cambio di denaro e favori. E c’è, appunto, D’Introno, il grande accusatore dei giudici Nardi e Savasta, accusato di aver fatto da palo sia per la tentata rapina in casa del cugino Giuseppe, sia per il furto milionario in casa di un suo conoscente di Trani.

La Procura, con il pm Marcello Catalano, ha depositato la registrazione dell’intervista rilasciata da Nuzzi a Telenorba. Tuttavia, poiché quasi nessuno sceglierà il rito abbreviato, il video rimarrà nel fascicolo della Procura: la difesa di D’Introno (avvocato Vera Guelfi) ha peraltro annunciato di aver depositato querela contro il pregiudicato, secondo cui D’Introno si sarebbe reso protagonista insieme a lui di numerosi episodi predatori anche contro una magistrata.

«Accuse senza alcun fondamento - dice l’avvocato Guelfi -, peraltro già smentite anche dalle dichiarazioni rilasciate dalle presunte vittime durante le indagini. D’Introno è totalmente estraneo a queste condotte». Tra le contestazioni c’è pure uno degli episodi centrali nella vicenda che ha portato il Tribunale di Lecce a condannare per corruzione (a 16 anni e 4 mesi, pende appello) l’ex gip Michele Nardi. Riguarda un Rolex Daytona di oro rosa da 27mila euro che - per l’accusa - D’Introno aveva regalato per i 50 anni del magistrato ma che avrebbe pagato solo in parte. A Trani, D’Introno è accusato di estorsione aggravata: avrebbe portato due complici a minacciare un gioielliere barese, Bartolo D’Arienzo, affinché non pretendesse il saldo del prezzo dell’orologio. Un’altra vicenda oscura: il gioielliere è stato ascoltato due volte nel processo di Lecce e non ha mai riferito di queste minacce, e il Rolex Daytona che doveva essere di Nardi è spuntato nelle mani di un’altra testimone. Per la Procura di Lecce sarebbe stato un tentativo di depistaggio.

Il fascicolo conta in totale 32 indagati per rapine, furti e cavalli di ritorno commessi tra Bari e la Bat tra il 2012 e il 2019. Ci sono bancomat fatti saltare con una bombola di gas e furti in negozi e tabaccherie con la fiamma ossidrica. Due carabinieri, all’epoca in servizio a Molfetta e Corato, Cosimo Faretina e Michele Pastore, rispondono di corruzione perché avrebbero ricevuto denaro per garantire a Nuzzi e ai suoi complici impunità durante furti e rapine. Uno dei due militari si sarebbe poi rivolto a Nuzzi dopo il furto della sua auto, ritrovata cannibalizzata: il pregiudicato è accusato di averne fatta rubare una uguale per rimettere i pezzi a posto. Un terzo carabiniere, Francesco Antonino, è accusato di corruzione e falso insieme a Faretina per una multa cancellata, mentre un assistente della Penitenziaria, Giuseppe Varesano, risponde di corruzione per aver consentito la consegna di sigarette a Nuzzi nel carcere di Trani.

L’episodio centrale è la tentata rapina (con sequestro di persona) a Giuseppe D’Introno, che sarebbe stata commessa da Nuzzi e dai suoi complici con le pistole: i malviventi hanno desistito dopo la reazione dell’imprenditore, non prima però di aver picchiato l’uomo. Anche la posizione dei militari è particolarmente delicata, dato che se le accuse venissero provate rischierebbero il licenziamento. L’udienza preliminare riprenderà l’8 marzo. Nuzzi ha comunicato, tramite la Procura, che non si presenterà.

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