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Nico Aurora
23 Novembre 2020
TRANI - «Sicuramente bisogna affidare la gestione della Lampara ad un soggetto serio, che dia delle precise garanzie. Adesso, se questo debba avvenire tramite una gara o la conferma dell’affidamento alla cooperativa uscente avremo modo di vederlo e approfondirlo».
Così il neo assessore al patrimonio, Alessandro Cervino, all’indomani di un nuovo, parziale crollo del tetto della Lampara, lo storico locale danzante di via De Gemmis che, a seguito delle ultime piogge e di uno stato di degrado sempre più evidente, lo scorso fine settimana ha avuto un nuovo cedimento. Il peso della tettoia sta lentamente trascinando giù altra parte della struttura del tetto. Non c’è soltanto il peso delle acque meteoriche, ma anche la sempre più debole e struttura di sostegno, perché più volte ladri si sono intrufolati nella struttura abbandonata rubando infissi, facendo venire meno il naturale sostegno della copertura. Il primo importante crollo era avvenuto esattamente due mesi fa, il 24 settembre, sempre per le stesse cause, ma da allora nulla è stato fatto per arginare il problema.
«Sicuramente qualcosa bisognerà mettere in atto - dice Cervino -, perché non è possibile che è un pezzo di storia quello venga trascurato».
L’ultimo spettacolo tenutosi alla Lampara porta la data del 2 aprile 2018: da lì a poco la chiusura. Il 31 gennaio 2019 avvenne il primo, ingente furto di materiale, il 12 marzo 2019 un secondo furto fu sventato, ci sono stati atti vandalici ed è avvenuta persino l’asportazione della storica «lampara», simbolo del locale, che era agganciata al palo di sostegno posto nella zona dell’ingresso.
La Lampara è ridotta ad un rudere a seguito di una vicenda amministrativa quasi suicida, che ha visto prima avviare e poi interrompere una trattativa per il proseguimento della gestione con la cooperativa Lavoratori la Lampara, che gestivano il locale dopo averne rilevato la concessione dal loro precedente datore di lavoro e gestore, Antonio Di Lollo. Stoppata quella, il Comune aveva emanato una procedura di gara rimasta senza alcun aggiudicatario, perché nessuno dei quattro partecipanti aveva i titoli: risultato, la cooperativa ha fatto causa ed il giudizio è ancora pendente. Le strade sono due: rimodulare la gara ed eventualmente riproporla; riprendere la trattativa da dove si era interrotta.
Il sindaco Bottaro durante la campagna elettorale aveva lasciato intendere che l’opzione da percorrere sarà la seconda. La gara che aveva pure determinato ulteriori frizioni fra il primo cittadino e l’assessore al patrimonio uscente, Tommaso Laurora, non solo non è servita a rilanciare il locale, ma sembra ne abbia persino accelerato il suo attuale stato di coma.
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