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Antonello Norscia
22 Maggio 2020
TRANI - Duemila iscritti al gruppo Facebook “Lavoro Stagionale” per far sentire il grido d’aiuto dei lavoratori precari del comparto delle sale ricevimento a causa della mancata o limitata apertura delle strutture per via delle limitazioni anti coronavirus.
«Continuiamo a pensare che un giorno andrà tutto bene e che il virus sarà sconfitto – afferma Giacinto Lopopolo, uno dei rappresentanti del gruppo Facebook - ma nel frattempo hanno gravi ripercussioni economiche e sociali le categorie che vivevano dell’evento nuziale e del suo indotto».
«I futuri sposi non potranno accettare delle limitazioni che trasformano il momento indimenticabile in una fotografia dolorosa del nostro Paese. Il matrimonio – afferma Lopopolo - è un momento di raccoglimento fra sposi familiari, parenti ed amici che si riuniscono per divertirsi tutti assieme, creando assembramenti e felicità espresse con una festa. Come si può pensare di tornare alla normalità adottando nuove norme stringenti di sicurezza dovute al Covid-19? Come si fa a pensare che gli invitati devono stare seduti ad un tavolo con almeno un metro di distanza l’uno dall’altro? Il matrimonio è uno di quei eventi dove il raccoglimento coi familiari è un dono. Le nostre belle feste pugliesi sono famose in tutt’Italia perché accurate, caratterizzate dal miglior modo di servire a tavola, dalla buona cucina, dalle sorprese e dal divertimento: tutto per un momento unico ed indimenticabile.Il rinvio a data da destinarsi è il dramma di una filiera economica e di lavoratori che vedranno scomparire i redditi di un’intera annualità. La preparazione alla festa dà reddito al settore dell’abbigliamento, delle liste nozze, degli articoli per l’allestimento della casa coniugale, dell’oggettistica e della gioielleria. Il pranzo nuziale coinvolge fiorai, musicisti, ristoratori, cuochi, camerieri, titolari delle strutture ed un’altra serie di altri soggetti che formano un’importante filiera che produce ricchezza nell’intera Regione. Tutto ciò viene cancellato. Lo Stato e la politica devono farsi carico di questo pezzo di vita di un intero territorio».
E lo stesso Lopopolo lavora ad un protocollo organizzativo delle sale ricevimento che intenderanno riaprire, da sottoporre all’attenzione del tavolo tecnico regionale.
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