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L'altra emergenza sociale
Michele Piazzolla
04 Aprile 2020
BARLETTA - Intorno alla vicenda Covid-19 c’è un’altra emergenza sociale che sfugge alla maggior parte dell’opinione pubblica. È quella relativa alla situazione di donne che continuano a vivere il loro dramma all’interno delle proprie famiglie. Ora, più che mai, per via delle restrizioni che impongono il «restate a casa» insieme a mariti e figli, giocoforza fermi dal lavoro e dalla scuola. Una condizione potenziale ed oggettiva che induce ad acuire quei rapporti di per sè già fragili in uno stato di convivenza h24, dove i casi di violenze, maltrattamenti e sopraffazioni si consumano nel chiuso delle stanze e che hanno poche possibilità di approdare a contatti con l’esterno.
LE STORIE - In questo periodo di quarantena non ci sono dati precisi, ma si registrano casi di donne che subiscono oltremodo la situazione di vivere in casa la violenza domestica più preoccupante e strisciante rispetto a quella che vivono nei periodi normali. Difatti, per molte donne, il marito che lavora e sta fuori casa le 8/10 ore rappresentava un momento di tranquillità che, ora, con la quarantena non c’è. Salvo quel poco di tempo per uscire a fare la spesa. «Abbiamo contatti con diverse donne»: ci riferisce Tina Arbues, presidente dell’Osservatorio Giulia e Rossella - Centro antiviolenza Onlus di Barletta, il primo operante in Puglia sin dal 1999. «Nonostante l’emergenza Coronavirus - prosegue e racconta - il centro resta attivo e operativo. Ci sono dei casi. Donne che ci hanno contattato e contattate esponendoci la loro condizione. Però, pur contente del nostro contatto attraverso i social e Skype, alcune hanno rifiutato il supporto perchè in questa situazione sono più esposte a ritorsioni. In alcune famiglie, inoltre, le cose peggiorano nel rapporto coi figli. Molti giovani non osservano le prescrizioni dell’emergenza, le madri li riprendono e di contro subiscono atti di violenza verbale e, in alcuni casi, di aggressione fisica. Ancora più critica la situazione di quelle donne con figli tossici, dove tenerli fermi è una tragedia».
Ma ci sono altri casi di donne in stato di disagio che contattano il centro per avere il supporto e la consulenza legale. Sono le donne che vivono separate, costrette a lavorare per mantenere i figli, considerata anche l’insufficienza dell’assegno di mantenimento. L’emergenza attuale le costringe a rimanere in casa, senza lavoro. E senza l’assegno perchè l’ex marito o ne approfitta per non darlo o non può mantenere l’impegno perchè a sua volta non lavora e non guadagna. A riguardo l’Osservatorio offre l’assistenza e il supporto per cercare di alleviare le difficoltà.
L’APPELLO - L’Osservatorio Giulia e Rossella, in soccorso alle donne in questa emergenza, ha lanciato in rete e sui social il seguente appello: «Carissime amiche e amici, questa emergenza sanitaria ci chiama a restrizioni che mai avremmo pensato. Da giorni i nostri sportelli sono chiusi, ma noi continuiamo a restare accanto alle nostre guerriere. Per le emergenze e le info, contattateci ai numeri telefonici di reperibilità h 24: 0883/310293 - 388/7504780 - 380/3473374. L’appello a tutte e a tutti è di restare a casa! Sappiamo che per tante, troppe donne la casa non è un nido sicuro, per questo noi continuiamo ad esserci, con le dovute precauzioni per la vostra e la nostra salute. È tempo di parlare a se stesse, di (ri)progettare la propria vita libere dalla violenza. Potete contattarci anche su Messenger: #unitesivince; #restiamoacasa; #centriantiviolenza; #1522».
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