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Caso Basilicata, la difesa di Bardi: «Io e la giunta siamo fiduciosi. Il nostro operato era legittimo»

 
ANTONELLA INCISO

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ANTONELLA INCISO

Caso Basilicata, la difesa di Bardi: «Io e la giunta siamo fiduciosi. Il nostro operato era legittimo»

Il governatore lucano dopo il rinvio a giudizio. Casellati solidale

Domenica 10 Novembre 2024, 09:24

POTENZA - Fiducioso in una rapida risoluzione della vicenda. Dopo il silenzio iniziale, parla il governatore lucano Vito Bardi (FI), rinviato a giudizio con altre diciotto persone - tra cui il senatore Gianni Rosa (FdI) l’assessore regionale alle Attività produttive, Francesco Cupparo ed i consiglieri regionali Francesco Fanelli (Lega) e Rocco Leone (FdI) - nell’ambito di una inchiesta sulla sanità lucana. Il giorno dopo la decisione del gup di Potenza il presidente – accusato di concorso in induzione a dare o promettere utilità– e gli esponenti della Giunta coinvolti ribadiscono la legittimità del loro operato. «La giunta ed io siamo pienamente fiduciosi in una rapida risoluzione della vicenda, con il riconoscimento della legittimità del nostro operato - commenta Bardi - Ricordo, infatti, che si tratta di programmazione finanziaria e conseguente riparto delle risorse finanziarie alle Aziende sanitarie, programmazione che, come è noto, è di competenza esclusiva del Dipartimento salute e di cui la Giunta regionale si limita a prendere atto, cosa che è stata fatta. Una programmazione, peraltro, già riconosciuta corretta in sede di approvazione e successiva verifica del bilancio. Continuiamo a lavorare con l’impegno di sempre nell’esclusivo interesse dei lucani» conclude Bardi, impegnato da giorni, in qualità di commissario straordinario, ad affrontare la crisi idrica.

In queste ore, intanto, ad esprimere vicinanza al presidente sono i vertici azzurri. A confidare che «il processo faccia rapidamente chiarezza nell’interesse delle Istituzioni e delle persone coinvolte», a cui esprime, vicinanza», è la coordinatrice regionale azzurra, il ministro Maria Elisabetta Alberti Casellati, così come ad esprimere «piena solidarietà» al presidente Bardi, all’assessore Cupparo, al senatore Rosa ed ai consiglieri regionali Fanelli e Leone è il segretario provinciale di Potenza di Forza Italia, Vincenzo Taddei: «Siamo convinti - -dice -che gli stessi sapranno dimostrare, nelle sedi opportune, la propria estraneità ai fatti oggetti dell’inchiesta. Infine confidiamo, come sempre, nel ruolo e nell’operato della Magistratura a difesa dei principi e dei valori della legalità e della trasparenza nell’azione pubblica».

Sono anche le opposizioni, però, ad auspicare che la vicenda si chiarisca. «L’auspicio è che il presidente Bardi e i diversi componenti della Giunta possano chiarire nelle sedi opportune le proprie posizioni» sottolinea il segretario regionale del Pd, Giovanni Lettieri che, allo stesso tempo, incalza il governo regionale sulla crisi idrica. «Bardi e la sua maggioranza attuale devono immediatamente rendere conto sulla crisi idrica che sta esasperando cittadini ed operatori economici serviti dalla Camastra» tuona l’esponente dem, concentrandosi sulla questione idrica.

A riportare l’attenzione sulle vicende istituzionali è anche il capogruppo del Pd in Consiglio regionale, Piero Lacorazza. «Nel rispetto della Magistratura e della presunzione di innocenza per il presidente Bardi e gli altri imputati, il rinvio a giudizio mette al centro del processo fatti e condotte che in ogni caso sono oggetto di valutazione della opinione pubblica» sostiene Lacorazza. Aggiungendo poi: «Il giudizio, per quanto ci riguarda è di condanna per Bardi e la sua maggioranza per aver avviato l’iter di modifica dello Statuto regionale al fine di istruire tre sottosegretari». «Mentre lo Statuto continua ad essere tradito perché il presidente Bardi fugge dal Consiglio e non avvia l’iter per arrivare al nuovo Piano strategico regionale, si moltiplicano le poltrone. Per ciò che riguarda la comunità lucana lo Statuto viene violato per ciò che riguarda i fatti politici propri». «Mentre imperversano le crisi aziendali e cresce la sofferenza sociale si offre l’idea di occuparsi del proprio ombelico» tuona l’esponente dem.

Insomma, posizioni diverse su una inchiesta che approderà in Tribunale per il processo il prossimo 20 gennaio.

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