BARI - La competenza sulla (presunta) maxitruffa del fotovoltaico in Basilicata è della Corte dei conti di Bari, perché è qui che risiede l’imprenditore-sindacalista sospettato di essere la mente dell’operazione. È per questo che mercoledì sera la sezione giurisdizionale del Lazio (consigliere Massimo Balestrieri) ha annullato il sequestro conservativo da 99 milioni nei confronti di Pietro Ninivaggi, 74 anni, e di altre 60 persone, accusate di aver percepito illegittimamente i contributi da parte del Gse.
Secondo l’accusa erariale, i 49 parchi fotovoltaici da un megawatt ciascuno sarebbero in realtà un megaparco frazionato, cioè realizzato in assenza dell’autorizzazione unica che avrebbe comportato la Valutazione di impatto ambientale. Ipotesi su cui si basa anche l’inchiesta penale (davanti alla Procura di Bari) e che Ninivaggi (assistito dagli avvocati Gaetano e Luca Castellaneta e Carlo Teot) ha sempre respinto...
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