Trasferiti ed accolti. Il piano della Protezione civile in caso di eventi estremi nell’area dei Campi Flegrei può essere racchiuso qui: nel trasferimento in Basilicata e nella relativa accoglienza nelle strutture che si renderanno disponibili. Da giorni, i vertici della Protezione civile regionale ci stanno lavorando e nella prossima settimana è previsto un incontro in Prefettura a Potenza (alla presenza del prefetto Michele Campanaro e del dirigente della Protezione civile regionale, ingegnere Giovanni Di Bello) perché la bozza di evacuazione abbia il via libero definitivo.
L’allarme sul bradisismo che riguarda quel pezzo di Campania non è storia di ieri o l’altro ieri. È storia antica e , da tempo, la Basilicata fa i conti con la possibile accoglienza degli sfollati. Ora, però, con l’intensificarsi dei terremoti e l’allarme sulle possibile conseguenze nell’area il Piano di evacuazione è tornato al centro dell’attenzione. In particolare, in esso, sin dal 2016. viene previsto che - al fine di garantire l’assistenza alla popolazione dell’area vesuviana cautelativamente evacuata - ciascun comune della «zona rossa» dei Campi Flegrei sia gemellato con una Regione o Provincia Autonoma. Alla Basilicata è stato assegnato il gemellaggio con il Comune di Napoli - municipalità 10 - quartiere Bagnoli, in abbinamento con la Regione Calabria. In tutto, 11mila 572 abitanti (che dovrebbero essere divisi tra le due Regioni) che, con la dichiarazione della fase di «allarme» dovranno essere trasferite. Per loro il piano prevede che «dalle aree di attesa, previste nella pianificazione comunale di protezione civile, i cittadini che sceglieranno di allontanarsi con il trasporto assistito saranno trasferiti nelle aree di incontro previste dalla pianificazione nazionale di protezione civile appena al di fuori della zona rossa». Da qui, poi, raggiungeranno «in nave, treno o pullman, le Regioni o Province Autonome gemellate». Tra cui la Basilicata dove - secondo quando previsto - dovrebbero essere ospitati nelle strutture alberghiere disponibili. E proprio la ricerca di queste strutture alberghiere sarebbe al centro delle ultime verifiche di questi giorni. Un ulteriore tassello che, aggiunto anche alla possibilità di inviare uomini e mezzi della Protezione civile regionale in caso di evento estremo, consentirà di fare avere il via libero definitivo alla bozza del Piano.
Con l’Sos Vesuvio evacuati qui i 10mila abitanti di Boscotrecase
Non c’è solo l’emergenza legata ai Campi Flegrei. Ad essere prevista - nell’ambito della Pianificazione nazionale di emergenza - è anche la questione legata alla situazione dell’area vesuviana. Il Vesuvio, infatti, resta un osservato speciale e per questo, al fine di garantire l'assistenza alla popolazione di quell’area che dovesse essere eventualmente evacuata, nel 2014 è stato disposto un gemellaggio tra i comuni di quel territorio e le Regioni e le Province autonome. In particolare, per il rischio vulcanico del Vesuvio alla Regione Basilicata è stato assegnato il gemellaggio con il Comune di Boscotrecase. Un paese di circa 10mila abitanti che dovrebbero trovare accoglienza - in caso di evento estremo - in terra lucana. Anche in questo caso è previsto un sistema di di allertamento che prevede specifici «livelli» che descrivono lo stato di attività del vulcano sulla base dei parametri del monitoraggio e di eventuali fenomeni in corso. Il livello di allerta verde corrisponde all’attività ordinaria del vulcano, mentre i livelli di allerta giallo, arancione e rosso rappresentano stadi crescenti di disequilibrio del vulcano verso una possibile eruzione. La durata di ogni livello di allerta può essere estremamente variabile.