POTENZA - L’economia lucana sulle montagne russe: l’edilizia va su, anche grazie all’effetto Superbonus, ma l’industria sprofonda trascinata dal crollo Stllantis. Il turismo esplode, l’agricoltura arretra. In compenso l’aumento del prezzo del petrolio farà piovere sulla Basilicata fior di royalty. E il 2023? Si è aperto nel segno dell’incertezza: previsioni di crescita da “prefisso telefonico” e sul cielo lucano le nubi del settore auto. Le più grandi speranze sono riposte nell’effetto dei fondi Pnrr. Queste le luci e le ombre di una economia ancora in crescita, sebbene in frenata, così come fotografata nel rapporto annuale della Banca d’Italia sulle economie regionali, presentato ieri mattina alla stampa a Potenza, dal direttore della filiale di Potenza Sansone e dagli esperti della Divisione Analisi e ricerca economica territoriale della sede di Bari, Mariani e Zaccagnino.
Il dato positivo - hanno fatto rilevare i vertici locali di Bankitalia - è che a fine 2022 la regione è tornata su livelli pre pandemici come prodotto, ma con grandi differenze tra un settore e l’altro.
In cifre, nel 2022 il valore aggiunto industriale si è contratto dell’1,5% a prezzi costanti. «La dinamica - è scritto nel rapporto - ha risentito dell’andamento del comparto automobilistico: la produzione dello stabilimento Stellantis di Melfi si è confermata sui bassi livelli del 2021; le vendite sono scese sotto i valori del 2020». Più dieci per cento di valore aggiunto, invece, nel settore delle costruzioni che «ha beneficiato del buon andamento del comparto dell’edilizia privata, derivante anche dalle agevolazioni fiscali per la riqualificazione degli edifici». Anche il mercato immobiliare è risultato in netta ripresa, tornando addirittura su livelli pari agli anni precedenti la grande crisi economica del 2009. Il turismo ha fatto registrare un lusinghiero più 23,6 per cento, mentre nel settore estrattivo una produzione leggermente inferiore è stata ampiamente compensata da un aumento delle quotazioni: «Le royalty sono aumentate del 71% portandosi a 160 milioni di euro (si stima possano raggiungere 200 milioni nel 2023)».
Ma il mercato del lavoro rimane debole, con un alto numero di disoccupati nelle fasce di età giovanili, e il potere di acquisto delle famiglie è stato eroso dall’inflazione, calando del 2,6%, malgrado gli aiuti regionali sulle bollette del gas. E questo nonostante una inflazione di molto inferiore alla media nazionale. La ripresa dei consumi è tuttavia proseguita (+5,4%) sebbene frenata dai rincari e dal deterioramento del clima di fiducia, connesso anche con l’incertezza derivante dal conflitto in Ucraina.
Se le famiglie arrancano, anche la strada delle imprese diventa più in salita: nel 2022, secondo il rapporto di Bankitalia - i finanziamenti all’economia lucana hanno rallentato. La qualità del credito resta su livelli nel complesso soddisfacenti, anche se sono emersi segnali di peggioramento, dovuti soprattutto ad alcune posizioni debitorie di alcune grosse imprese nel comparto delle costruzioni. In prospettiva il deterioramento del quadro economico e la maggiore onerosità del debito potrebbero indebolire la capacità di rimborso dei prestiti. I prestiti bancari alle imprese hanno rallentato, mentre è proseguita la crescita dei prestiti alle famiglie, sia da parte della banche sia da parte delle società finanziarie.