C’era tanta gente quel giorno a partecipare alla sfilata che dalla Reggia di Portici accompagnò la lapide commemorativa fino a quella che era genericamente stata intitolata «Quarta Scuola Media di Ercolano». Consumato il momento topico della cerimonia, la sua affissione al muro dell’Istituto e la benedizione di rito: così divenne «Scuola Media Rocco Scotellaro». Era un giorno di aprile del 1989 quando il poeta contadino venne ricordato dalla città che quando lui frequentava si chiamava ancora Resina. Rocco mangiava da Nicola, una trattoria al confine tra i due Comuni, di fianco al Municipio della città degli Scavi. A Napoli, lungo la via Nazionale, quella che ogni anno ospita la camminata dei fedeli fino a Pompei in occasione della ricorrenza della Madonna del Rosario, il 7 ottobre, i confini non esistono, si succedono incessanti le costruzioni a cavallo dei Comuni, spesso con abitanti di un’ala di un palazzo che risiedono in un paese e quelli della scala affianco in un altro.
E così Rocco Scotellaro, che lavorava da ricercatore alla Facoltà di Agraria, abitava a Portici e mangiava a Ercolano, ma si spostava solo di pochi metri da casa. Ad adoperarsi perché quella Scuola Media fosse intestata a lui fu il professor Carlo Calza, originario di Lagonegro (Potenza), che lì insegnava lettere e che di Scotellaro, che lo aveva sempre appassionato, si faceva raccontare da Nicola, il ristoratore, ormai anziano, ma con buona memoria. Il preside di allora, Pasquale Ruggiero, sostenne l’idea e così si giunse alla cerimonia di intitolazione dopo mesi di scartoffie da presentare a sostegno della proposta. Quel giorno il professor Manlio Rossi Doria tenne la prolusione: e chi se non lui? Era stato lui a volere Scotellaro all’Osservatorio Agrario di Portici per compiere ricerche e studi sociologici.
E poi c’era l’allora sindaco di Tricarico, Pancrazio Toscano, la sorella di Rocco, Serafina, e la sua fidanzata, Isabella Santangelo. Per l’occasione fu stampato un volumetto curato dal professor Calza distribuito a tutti gli alunni della scuola e agli intervenuti: «Rocco Scotellaro narrato ai giovanetti», nella cui prefazione è sottolineato come Rocco Scotellaro «nella storia del Mezzogiorno resti un esempio da imitare non soltanto per la sua sensibilità di poeta e narratore, ma anche e soprattutto per il suo impegno politico e civile». Qualche settimana dopo a Scotellaro fu intitolato anche l’Istituto Tecnico Commerciale di San Giorgio a Cremano.