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Amianto, a Bari
situazione allarmante
400 morti per la Fibronit

 
Rita Schena

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Rita Schena

Ezio Bonanni

Ezio Bonanni

Sabato 15 Ottobre 2016, 13:10

17 Ottobre 2016, 10:25

BARI - «La situazione pugliese ed in particolare quella di Bari è molto allarmante perché abbiamo riscontrato un’alta incidenza di mesoteliomi tra gli abitanti delle zone limitrofe l’ex azienda cementifera Fibronit». Lo ha spiegato Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio nazionale amianto, parlando oggi a Bari con i giornalisti durante la presentazione del Centro Studi sull'Amianto, creato in partnership tra l’Ona e il Dipartimento di Diritto del Lavoro dell’Università di Bari.

Dopo aver fatto tappa ieri a Brindisi e Taranto, l’Ona tocca tra oggi e domani anche Bari e Foggia, «città pugliesi che soffrono - ha ricordato Bonanni - di un alto numero di casi di patologie asbesto correlate». «A Bari stimiamo in 400 i decessi causati dall’amianto nella Fibronit tra i dipendenti e cittadini esposti intorno alla fabbrica - ha aggiunto Bonanni - ed in zona abbiamo registrato due nuovi casi di mesotelioma che hanno colpito un dipendente delle poste addetto alla consegna di pacchi ed un operatore ecologico». «Più in generale assistiamo ad un aumento dell’incidenza di patologie tumorali, respiratorie e cardiache. Ci sono due epicentri, Taranto e Bari, ed in parte poi anche Brindisi e Foggia. In Puglia poi - ha sottolineato - c'è anche un problema legato all’uso di amianto nelle condotte degli acquedotti».

«Quando parliamo della presenza d’indicatori di una futura pandemia ci riferiamo all’aumento del numero dei casi non solo di mesotelioma, ma anche di altri tumori e patologie. Siamo convinti che sia - ha evidenziato Bonanni - la prevenzione primaria, che mira a evitare l’insorgere delle malattie individuando ed eliminando i fattori causali, la strada giusta». «Anche il presidente della regione Puglia, Michele Emiliano, intervenendo ieri in video a Taranto - ha concluso - ha fatto propri i principi di prevenzione dell’Ona e di questo siamo grati, perché occorre evitare future esposizioni ai cancerogeni».

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