Martedì 30 Dicembre 2025 | 17:49

Bari vecchia, ecco gli ultimi artigiani in cerca di un nuovo spazio

Bari vecchia, ecco gli ultimi artigiani in cerca di un nuovo spazio

 
rita schena

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rita schena

Gli ultimi artigiani di Bari vecchia

La bottega in piazza Mercantile chiusa a Natale per una attività che nei progetti iniziali doveva restare aperta per tre mesi e poi ha continuato per un anno e mezzo

Martedì 30 Dicembre 2025, 15:55

17:44

Una esperienza artistica e culturale nel cuore di una Bari vecchia sempre più cucina a cielo aperto. Una bottega artigiana che nei progetti iniziali doveva restare aperta per tre mesi e poi ha continuato per un anno e mezzo. Tutto questo e molto altro è «Some Bari to love», più di un semplice brand, un progetto di vita messo su da Edvige e Cisky (con il contributo essenziale di Amanda, che dall'alto dei suoi tre anni è stata la vera spinta motrice del tutto).

«Lo ammetto, senza Amanda non sarei tornata a Bari dopo 25 anni di lavoro a Roma – racconta ridendo Edvige – e sì Some Bari to love è stata e continua ad essere un progetto che semplicemente ora sta cercando di concretizzarsi con nuove idee. Per un anno e mezzo in piazza Mercantile siamo stati spazio di incontri, laboratori creativi, punto informativo e una ancora di salvataggio per i commercianti bengalesi un po' bullizzati dai ragazzini, ora che quella esperienza si è conclusa, ci prendiamo un paio di mesi di pausa e poi avvieremo una nuova ripartenza».

Come è stata questa cavalcata?

«Stancante, divertente, piena di umanità e bellezza. Rifarei tutto. Bari vecchia è un cosmo a parte, un centro-periferia che ci ha accolto prima con un po' di diffidenza e poi con tutto il suo cuore. Lo senti quell'abbraccio di famiglia. Siamo passati dall'avvio della bottega con i vicini che venivano a vedere se saremmo stati dei concorrenti, ai ragazzi dei negozi che venivano a chiedere se avevamo bisogno di qualcosa quando a pranzo ci vedevano incasinati. Per un anno e mezzo mi piace pensare che abbiamo dato un colore diverso a piazza Mercantile».

Difficile trovare un nuovo locale in zona?

«Sì, piazza Ferrarese o Mercantile hanno preso questa via del food ed è complesso rimodulare il messaggio. E purtroppo l'impresa va dove c'è la richiesta. Peccato perché c'è la necessità di differenziare. Noi siamo stati un po' una mosca bianca, ma ad un certo punto il padrone del locale ci ha chiesto di riavere la sua proprietà. Ora stiamo valutando altri luoghi. Anche se finché siamo stati aperti la ventata artistica che abbiamo portato a Bari vecchia è stata molto apprezzata, non solo dai tanti turisti che avevamo come clienti, ma anche dai residenti».

Un bilancio?

«Più che altro tante storie che ci portiamo dentro. Dai turisti americani che sono convinti che Bari sia l'equivalente del loro nome Barry, e compravano i nostri gadget per questa assonanza, all'ultimo giorno di apertura il 15 gennaio con tantissimi che sono arrivati anche solo per salutarci e dimostrarci il loro affetto».

Cosa c'è nel futuro?

«C'è sicuramente ancora Some Bari to love. Io mi aspetto tanto da Bari e sono convinta non mi deluderà. Per la piccola Amanda che mi ha convinta a tornare e farla crescere in famiglia, per il mio compagno Cisky che da Bari non si è mai mosso, per me stessa. La città sta cambiando sull'onda del turismo o della movida, ma è ancora una città sana e soprattutto bellissima. Voglio dire, rispetto a Napoli o Palermo dove le storie di accoltellamenti tra giovani è esperienza frequente, qui al massimo cantano Maledetta primavera fuori dai locali. Che sia chiaro, servono regole per trovare un buon equilibrio tra chi vuole dormire, chi divertirsi, chi fare affari, ma Bari troverà il modo».

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