Il caso
Pienone a Bari Vecchia ma zero bagni pubblici: ecco i «fai da te» realizzati nel sottano
La città vecchia esplode di turisti ma non ha servizi pubblici adeguati all’enorme flusso
C’è un anfratto a Bari vecchia, tra via degli Orefici e via della Vallisa che tutti chiamano volgarmente «l’arco della pisciatura». Tradotto: il luogo utilizzato come un bagno a cielo aperto. Devono averlo imparato alla lettera anche i tanti turisti che tra la primavera e l’estate (un po’ meno in questo periodo) passeggiano per le strade del borgo antico a caccia di un bagno pubblico. Sì, perché nonostante la città sia diventata meta turistica - come ormai sappiamo - continua ad essere sprovvista di servizi. Risultato, ognuno fa quel che può.
«Gli uomini - raccontano i residenti indicando la strada a ridosso della Cattedrale - usano quell’angolo». A ben guardare il muro ingiallito e un tanfo inequivocabile conferma il vox populi.
«I proprietari dei bar o dei ristoranti - prosegue un anziano seduto ad una sedia con il volto rivolto verso il sole – stanchi di far utilizzare i loro bagni ai passanti, hanno messo in evidenza all’ingresso dei loro esercizi commerciali una scritta a carattere cubitale che chiarisce ‘Bagno riservato ai clienti’. Oppure semplicemente ‘Guasto’».
Proprio a ridosso della cattedrale uno storico commerciante di oggettistica ha affittato un locale e lo ha adibito a bagno pubblico e a deposito bagagli: «Ero stanco di vedere i turisti che si appartavano per espletare i loro bisogni. Ho pensato quindi di fare un piccolo investimento». Così in un sottano è stato realizzato un bagno e una stanza dove i visitatori possono lasciare i loro bagagli al sicuro sotto gli occhi attenti di San Nicola. «Ho appeso i quadri della città e naturalmente del nostro santo per rendere questo posto più accogliente»...