È cominciato, nella centralissima via Sparano a Bari, il flashmob promosso e organizzato dal gruppo territoriale del M5S Bari in solidarietà al popolo di Gaza, alla vigilia della Giornata internazionale per la pace. "Il M5S - ha detto a margine della manifestazione il deputato Leonardo Donno - è in prima linea per la pace e oggi siamo qui per sensibilizzare ancora una volta, perché come ha detto il presidente Giuseppe Conte si tratta di un presidio permanente per mobilitare quanti più cittadini possibile e per convincere il governo a prendere coraggio e mettere in atto sanzioni contro il criminale Netanyahu e contro il governo terrorista di Israele che a Gaza sta commettendo un genocidio». Donno ha aggiunto che «bisogna mettere in atto tutti gli strumenti necessari: sanzioni, isolamento sul piano internazionale e pressioni sugli Stati Uniti affinché tolgano la protezione al governo israeliano, perché quanto sta accadendo è inaccettabile e le parole non bastano più». Dopo il flashmob è in programma un dialogo con ospite il giornalista, scrittore e cantautore palestinese Nabil Salameh, che porterà la sua testimonianza. Previsti gli interventi dell’eurodeputato Mario Furore, dei deputati Donno, Patty L’Abbate e Gianmauro Dell’Olio, della consigliera metropolitana di Bari Maria La Ghezza, dell’assessore comunale Nicola Grasso e del consigliere comunale Italo Carelli. È inoltre prevista la partecipazione della Comunità palestinese di Puglia e Basilicata, rappresentata da Taysir Hasan, del Comitato per la pace di Terra di Bari rappresentato da Licia Positò e di Avs, con la presenza di Gano Cataldo.
«Questo presidio è un atto di obiezione di coscienza contro un genocidio, un crimine che viene commesso a Gaza. Credo che sia un atto dovuto da parte di qualunque persona che abbia in sè ancora un briciolo di umanità». Lo ha detto a Bari il giornalista, scrittore e cantautore palestinese Nabil Salameh, ospite del flashmob pro Gaza organizzato dal M5S. «In questo momento - ha aggiunto - siamo chiamati a prendere posizione, a fare un atto di coscienza e a dire no a quello che sta accadendo». «Se il vertice non riesce a prendere posizione e fermare questo massacro - ha concluso - penso spetti alla base premere sul potere per intervenire e assumersi le proprie responsabilità».