Giovedì 25 Settembre 2025 | 01:22

Bari e la gara della Città metropolitana per 90mila alberi, il Tar respinge il ricorso: «Aggiudicazione legittima»

 
Bari e la gara della Città metropolitana per 90mila alberi, il Tar respinge il ricorso : «Aggiudicazione legittima»

Si intitola «Dalla Murgia all’Adriatico» il progetto che la Città Metropolitana di Bari ha candidato, ottenendo un finanziamento di quasi 6 milioni di euro

Mercoledì 06 Agosto 2025, 12:36

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BARI - Avanti tutta con la forestazione urbana dell’area metropolitana. Il Tar ha bocciato il ricorso contro l’aggiudicazione dell’appalto Pnrr da circa 6 milioni di euro per la messa a dimora di 91.493 piante, alberi e arbusti in undici comuni, su una superficie complessiva di quasi cento ettari.

La gara per l’affidamento dei lavori di impianto e manutenzione relativi a «interventi di riforestazione urbana ed extraurbana» nei territori di Bari, Altamura, Bitetto, Conversano, Gioia del Colle, Gravina In Puglia, Mola di Bari, Modugno, Noci, Putignano, Sannicandro di Bari e nella zona industriale gestita dal Consorzio Asi, è stata aggiudicata dalla Città Metropolitana il 19 dicembre 2024, ad una ditta salentina specializzata nella produzione e commercializzazione di materiale forestale e manutenzione di aree verdi. Un raggruppamento di imprese foggiane concorrenti ha poi impugnato l’aggiudicazione e ora il Tar ha deciso: la gara è stata vinta legittimamente.

Si intitola «Dalla Murgia all’Adriatico» il progetto che la Città Metropolitana di Bari ha candidato, ottenendo un finanziamento di quasi 6 milioni di euro. All’ente il Ministero ha assegnato complessivamente 21 milioni, divisi in tre annualità, per la messa a dimora di oltre 480mila fra alberi e arbusti su altrettanti ettari: mille piante per ettaro, quindi una pianta ogni 10 metri quadri. Per la prima annualità erano state inserite nel bando le proposte progettuali di undici Comuni e dell’Asi, per piantare in tutto più di 90mila alberi: 40 giorni per la messa a dimora delle piante e i cinque anni successivi per manutenere le nuove aree verdi.

Il bando risale ad agosto 2024, a ottobre i lavori furono consegnati d’urgenza perché c’erano da rispettare i rigidi e stretti tempi imposti dal Pnrr: a novembre erano già state piantante le quasi centomila piante previste. Solo dopo l’aggiudicazione formale, un mese più tardi, l’esito del bando è stato contestato. Il raggruppamento di cooperative agroforestali che aveva impugnato la procedura lamentava l’attribuzione dei punteggi, l’anomalia dell’offerta e la modalità di prova dei requisiti previsti e chiedeva l’annullamento del contratto stipulato dopo l’aggiudicazione, con espressa richiesta di risarcimento.

Per i giudici amministrativi, che ritengono legittima, perché «discrezionale», la decisione della commissione, il ricorso è «infondato». «Il giudizio tecnico - dice il Tar - è connotato da un fisiologico margine di opinabilità e per superarlo è necessario dimostrare la sua palese inattendibilità, non potendo il giudice sostituirsi all’amministrazione nelle valutazioni».

I giudici entrano anche nei dettagli delle offerte presentate dai due concorrenti, il vincitore e il raggruppamento di imprese che ha perso. Tra le caratteristiche che hanno «premiato» l’azienda salentina, c’è per esempio l’utilizzo di droni per il monitoraggio delle piante come prevenzione del rischio incendi, oltre alla installazione di sensori in grado di rilevare la presenza di roghi in pochi minuti, anche in fase di combustione lenta. C’è poi l’attività di ripristino dei muretti a secco per 3.500 metri lineari che «oltre a costituire una barriera fisica ed efficace alla propagazione degli incendi, apporta elementi di pregio al progetto e al territorio». [isa.mas.]

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