La Cassazione ha stabilito che l’ex avvocato Giancarlo Chiariello aveva diritto a riavere - almeno in parte - i soldi che gli erano stati sequestrati nell’ambito dell’inchiesta per evasione fiscale. Ma degli 1,2 milioni di euro che, in base a un’ordinanza della Terza sezione, gli dovevano essere restituiti, l’ex re dei penalisti baresi non rivedrà nemmeno un centesimo: sul denaro è scattato infatti l’altro sequestro chiesto e ottenuto dalla Procura di Bari, quello emesso sulla base di una misura di prevenzione.
Chiariello si è costituito in carcere il 1° aprile 2025, quando è diventata definitiva la condanna a 6 anni per corruzione in atti giudiziari rimediata a Lecce insieme all’ex gip Giuseppe De Benedictis. Meno di 15 giorni dopo il 73enne barese ha ottenuto la sospensione dell’esecuzione per motivi medici: è dunque andato ai domiciliari dove sta continuando a scontare un residuo di pena di poco superiore ai quattro anni, con l’autorizzazione del Tribunale a uscire per essere sottoposto ad alcuni cicli di cura.
È invece ancora in piedi il procedimento penale relativo ai presunti reati fiscali che vede Chiariello imputato con l’accusa di infedele dichiarazione: dal 2016 al 2020, secondo il procuratore Roberto Rossi e il pm Giuseppe Dentamaro, l’ormai ex avvocato avrebbe nascosto al fisco ricavi per oltre 10 milioni di euro facendosi pagare in nero dai suoi clienti. È in questo contesto che Chiariello nel settembre 2023 ha chiuso un accertamento con adesione: ha pagato circa 1,7 milioni di euro all’Agenzia delle Entrate così da poter puntare a una pena più mite o addirittura - in base alle nuove norme in materia fiscale - alla non punibilità per particolare tenuità del fatto.
A febbraio 2022 Chiariello aveva subito un sequestro da 10,8 milioni (eseguito solo in parte), pari alle somme che per la Procura di Bari erano frutto di guadagni professionali in nero, sequestro poi ridotto dal Riesame a circa 2,9 milioni. Nel frattempo (luglio 2023) era però scattato un provvedimento prevenzione in quanto Chiariello era stato ritenuto «fiscalmente pericoloso»: e dunque sono finiti di nuovo sequestrati anche i 3,5 milioni che gli erano stati restituiti.
La storia si è ripetuta negli scorsi giorni. La Finanza ha infatti dovuto dare esecuzione all’ordinanza con cui la Cassazione ha parzialmente accorto un ricorso conto il «no» del Riesame di Bari al dissequestro dei soldi oggetto del sequestro per reati fiscali, disponendo la restituzione di circa 1,2 milioni di euro. Il dissequestro è stato disposto l’11 luglio, ma in sede di esecuzione è scattata la sorpresa: i militari hanno infatti notificato all’ex avvocato e ai suoi difensori una disposizione in base a cui i soldi non sono stati rimessi nella disponibilità di Chiariello, perché coperti dall’altro sequestro di prevenzione. E dunque sono destinati, se verrà accolta la prospettazione dell’accusa, ad essere confiscati.