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Bari, movida all'Umbertino: sindaco Leccese annuncia una nuova ordinanza

 
Redazione online

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Bari, i residenti in guerra contro la movida dell'Umbertino

Il Comitato per l'Ordine e la Sicurezza Pubblica in Prefettura ha anche valutato la richiesta del comitato dei residenti di piazza Umberto rispetto alla possibilità di installare tavolini nel giardino

Giovedì 19 Giugno 2025, 13:12

Arriverà, in tempi, stretti, una nuova ordinanza del Comune di Bari per regolare la movida nel quartiere Umbertino. Ordinanza che si baserà sui contenuti del Codice di autoregolamentazione proposto dagli esercenti all’indomani delle prime due ordinanze sindacali, emanate in autunno e poi scadute. Lo ha annunciato il sindaco, Vito Leccese, a conclusione del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica in Prefettura.

«Quel Codice - ha detto Leccese - non ha visto un impegno importante e diffuso da parte degli operatori economici che lo avevano proposto, ma ha dei contenuti in linea con le indicazioni del ministero dell’Interno». Sarà innanzi tutto avviato, con Prefettura, Regione Puglia e rappresentanti delle forze dell’ordine, un protocollo di intesa che porterà all’emanazione dell’ordinanza. «A Breve - ha precisato Leccese - incontreremo le categorie interessate per illustrare i contenuti. I tempi saranno stretti».

Leccese ha chiarito che il Comitato ha anche «valutato la richiesta del comitato dei residenti di piazza Umberto rispetto alla possibilità di installare tavolini nel giardino. E’ stata valutata in modo positivo per animare quella piazza oggi diventata piazza di spaccio». «Sullo sfondo - ha aggiunto - c'è la questione dell’utilizzo di altre aree della città che potranno aiutare a decomprimere le presenze nell’Umbertino. Le sta individuando il Comune, ma il procedimento ha tempi abbastanza lunghi». La richiesta è «dell’impegno a rispettare la legge da parte dei titolari dei locali, le norme prevedono il divieto di somministrazione di bevande alcoliche dopo la mezzanotte, e a lavorare sui facilitatori nei locali per evitare che ci siano fenomeni di disturbo alla quiete pubblica».

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