BARI - A meno di una settimana dalla fuga di un giovane detenuto dall’istituto penale minorile Fornelli di Bari, un altro tentativo di evasione si sarebbe verificato nella serata di giovedì. A darne notizia è il Sappe, sindacato autonomo della Polizia penitenziaria, spiegando che un gruppo di detenuti nordafricani «prima avrebbe appiccato un incendio e poi fatto un buco nel muro che porta al locale refettorio dove vengono consumati i pasti», abbastanza largo da far passare una persona. «Continuano gli episodi di violenza e di gratuita follia» denuncia il sindacato, ricordando che il detenuto evaso domenica scorsa viene ancora attivamente ricercato, mentre nell’istituto minorile non si placa il «clima di forti tensioni». Qualche ora dopo quella che appare come una tentata evasione, poi, ieri mattina lo stesso gruppetto di giovani detenuti avrebbe nuovamente appiccato un incendio, «costringendo i poliziotti ormai delusi e scoraggiati a lavorare in condizioni igienico sanitarie drammatiche».
Il Sappe fa sapere, inoltre, che «sarebbe in corso un’ispezione arrivata da Roma per verificare quanto accaduto in occasione dell’evasione». In quella occasione un detenuto campano di 17 anni aveva praticato un foro nel muro della sua cella, per poi calarsi in strada legando tra loro delle lenzuola, dileguandosi nella notte. Il sindacato chiede «di conoscere gli sviluppi, seppur tardivi, dell’ispezione compiuta dai funzionari venuti da Roma, poiché non accetteremo in nessun modo che la colpa dell’evasione venga scaricata sui poveri poliziotti costretti a turni massacranti ed abbandonati nei reparti, lasciando fuori ancora una volta chi viene pagato per garantire la sicurezza della struttura».
«Il Sappe non ci sta, - prosegue - poiché abbiamo superato ogni limite per cui sarebbe opportuno, considerati i mancati provvedimenti della giustizia minorile, l’intervento del prefetto di Bari, poiché questi eventi critici continuati, non creano situazioni ingestibili solo all’interno del Fornelli, ma di estremo pericolo anche per il territorio».
L’ultimo grave episodio, prima dell’evasione di sabato scorso e dei disordini degli ultimi due giorni, risale alla sera del 9 marzo, quando nove giovanissimi detenuti organizzarono un tentativo di fuga sfociato in una rivolta con danni alla struttura, lenzuola incendiate, telecamere rotte e due poliziotti penitenziari feriti. Subito dopo la rivolta quasi tutti sono stati trasferiti e a distanza di poco più di un mese, per sette minorenni protagonisti di quei violenti disordini è stata disposta una nuova misura cautelare.
«Purtroppo - conclude il sindacato della polizia penitenziaria - a nessuno sembra interessare che Italia i reati commessi da minori siano passati dal 4% del 2023 al 11,8 del 2024 sul totale dei casi», auspicando «provvedimenti concreti» e chiedendo «ancora una volta ai parlamentari locali e nazionali di rivedere il codice penale minorile».