GRAVINA - «Oltre alla famiglia tradizionale, Manu è indirettamente figlio di tutte quelle persone che in questi lunghi mesi di permanenza a Roma hanno permesso a me e a mia moglie, con la semplice vicinanza, di non arrenderci. E noi, questa forza ricevuta, l’abbiamo trasmessa a Manu nella sua lunga battaglia che non è ancora completamente finita».
La tenacia di papà Pasquale arriva da una voce che parla con lentezza, un po’ perché l’emozione lo tradisce, il dolore è forte ed è aggrappato con violenza alle pareti del cuore; un po’ perché sceglie le parole con cura. Le mette in fila come quei soldatini ubbidienti che attendono Emanuele nella sua stanzetta. Eppure Manu, come lo chiamano mamma Mirella e papà, 8 mesi, nato con un linfoangioma intestinale molto aggressivo e altrettanto raro, ha imparato da subito a stare al mondo lontano da casa.
«Tutto è cominciato quando mia moglie era in attesa; durante la morfologica il medico si è accorto che qualcosa non andava - continua Pasquale - Dopo varie consulenze, ci siamo rivolti all’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, ai cui sanitari siamo davvero grati. Da quel momento è cominciata la nostra seconda vita nella Capitale, lontani da Gravina».
Nato a Roma, Emanuele è stato sottoposto a un intervento chirurgico di “bonifica intestinale” e ad altri trattamenti mirati per provare a ridurre l’eccesso di linfa drenata dai suoi vasi linfatici, ed evitare di ricorrere a vita alla nutrizione parenterale.
Mentre dentro la clinica tutto il personale sanitario tratteneva il fiato, fuori, nella Casa di Giordano dove Mirella e Pasquale vivevano, il tifo per Manu era da stadio. «Nei sette mesi di alloggio nella casa di Giordano, abbiamo conosciuto tante altre famiglie trasferitesi a Roma per curare i propri figli, ognuno di loro ci ha fatto sentire a casa. Manu è diventato il figlio di tutti».
Merito dell’associazione “Insieme A Giordano APS” nata per ricordare Giordano Ciarpella, un bambino di soli 4 anni e mezzo scomparso dolorosamente nel sisma del centro Italia a Pescara Del Tronto il nel 2016, che il 14 maggio del 2024 ha dato vita a “La Casa di Giordano”, trasformando un appartamento confiscato alla criminalità in un nido d’amore, gestito totalmente da personale volontario, in grado di ospitare le famiglie dei bimbi in cura negli ospedali romani.
E nella vita di Pasquale e Mirella c’è un’altra Manu che è entrata nella loro vita, la presidente di Casa, Manuela Barillà, la mamma di Giordano: «ci ha donato tanto affetto. Ogni giorno ci ha sempre chiamato per sapere se andava tutto bene» spiega Pasquale.
«Quando Emanuele guarirà, non ricorderà nulla di questi mesi a Roma, ma noi faremo di tutto perché si porti dietro sempre la sensibilità e l’umanità della gente che abbiamo avuto la fortuna di conoscere».