l’udienza

Bari, sul giro delle baby prostitute in aula «mamma coraggio»: fu lei a far partire le indagini

ISABELLA MASELLI

La testimonianza della donna la cui denuncia ha permesso a Polizia e Procura di svelare il presunto giro di prostituzione minorile che da Bari si stava ramificando in tutta la regione

BARI - In aula la «mamma coraggio» la cui denuncia ha permesso a Polizia e Procura di svelare il presunto giro di prostituzione minorile che da Bari si stava ramificando in tutta la regione, attirando clienti, anche facoltosi, per occasioni di sesso a pagamento con ragazzine poco più che adolescenti. La denuncia della donna, madre di una delle tre minorenni finite nel racket gestito - secondo gli inquirenti - da giovani escort con la complicità di altre persone nel ruolo di autisti e gestori di b&b, risale al 16 marzo 2022 ma la sua personale «indagine» sulle abitudini sospette della figlia era iniziata mesi prima. Ieri la donna è stata citata come testimone nel processo in corso nei confronti delle tre presunte reclutatrici (Marilena Lopez, Federica Devito ed Elisabetta Manzari), accusate di aver «indotto, favorito, sfruttato e gestito la prostituzione» delle minorenni, «traendone un vantaggio economico - si legge nel capo di imputazione - dalla ripartizione degli ingenti guadagni derivati dalle prestazioni sessuali offerte a pagamento ad una pluralità di clienti». Lopez e De Vito avrebbero organizzato gli incontri delle giovani con i clienti, mentre Manzari si sarebbe occupata degli aspetti logistici: avrebbe accompagnato le ragazze sui luoghi degli incontri per poi rispondere alle telefonate di coloro che leggevano gli annunci.

Le dichiarazioni della mamma sono state acquisite, tranne qualche dettaglio sul quale le sono stati chiesti chiarimenti. Era stata lei, il 5 marzo di tre anni fa, a chiedere l’intervento della Polizia a casa dopo aver discusso animatamente con la figlia per aver trovato nella sua borsa un piccolo quantitativo di hashish. Oltre a consegnare la sostanza stupefacente agli agenti, disse di nutrire il sospetto che la figlia fosse coinvolta in un giro di prostituzione minorile. Il comportamento della ragazza era cambiato da maggio del 2021, quando aveva iniziato a frequentare un'amica coetanea con la quale «rincasava tardi, frequentava persone poco raccomandabili e si comportava in modo decisamente eccentrico». La donna era poi riuscita a scoprire e fotografare, sul telefonino della ragazza, una chat tra la figlia e un ristoratore barese e screenshot con immagini che riproducevano bustine contenenti verosimilmente marijuana o hashish, costose bottiglie di champagne, carte di credito e banconote. In una fotografia, la figlia appariva in compagnia del figlio di un noto boss mafioso di Bari Vecchia.

Ieri era prevista anche la testimonianza di una delle presunte vittime che, però, non si è presentata. I giudici hanno quindi disposto l’accompagnamento coattivo per la prossima udienza del 15 maggio.

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