BARI - Associazione finalizzata al traffico di droga, detenzione illecita di stupefacenti, trasferimento fraudolento di valori e tre tentati omicidi, tutti delitti aggravati dall’agevolazione mafiosa. Sono alcuni dei reati contestati, a vario titolo, a 22 persone finite oggi in carcere, di cui 18 arrestate dal nucleo Gico della guardia di finanza di Bari. Quattro arresti, per il duplice tentato omicidio del 3 marzo 2021 a Noicattaro (in cui rimasero feriti Luca Belfiore e Luciano Saponaro, ritenuti vicini al clan Misceo) sono invece stati eseguiti dai carabinieri.
Gli indagati in totale sono 69, per 12 dei quali è stato disposto l’interrogatorio preventivo. Dalle indagini sono anche emersi investimenti della criminalità nelle attività commerciali e sono state contestate due intestazioni fittizie di società. Inoltre è stato accertato il collegamento stabile con la città di Noicattaro che il capoclan Giuseppe Misceo aveva, grazie all’uso del cellulare, dal carcere di Secondigliano. Il clan, come ha sottolineato il procuratore aggiunto e coordinatore della Dda di Bari Francesco Giannella, in una conferenza stampa, ha una «grande capacità organizzativa» ed è in grado di esercitare un «controllo del territorio capillare, ostentato con presenza fissa e visibile nei territori urbani, anche in zone molto frequentate, generando l'assoggettamento e l’omertà nei cittadini».
Giuseppe Annoscia
Le indagini - evidenzia la guardia di finanza - hanno dimostrato come il clan avesse «ingaggiato una sorta di sfida armata con il rivale clan Annoscia, operativo nello stesso territorio, per l’illecita occupazione di un alloggio di edilizia popolare, resosi disponibile a seguito della morte del legittimo assegnatario, e per il controllo delle piazze di spaccio, sfociata in un tentato duplice omicidio il 3 marzo del 2021 nella piazza principale della città». La «pace» dopo il duplice tentato omicidio sarebbe stata sancita da Giovanni Palermiti, figlio del boss Eugenio del quartiere Japigia di Bari. Arrestato anche un cosiddetto 'favellante', Alessandro Rubino, uomo del clan Misceo che celebrava i riti di affiliazione.
le dichiarazioni di Francesco Giannella
I NOMI
1. AMORUSO Giuseppe, alias "colpo in canna"
2. ANELLI Domenico, alias "Bombolo"
3. ANNOSCIA Giuseppe, alias "Schpidd"
4. BARBETTA Pietro, alias "Petruc Nghmmiridd"
5. BELFIORE Luca
6. CICCARELLI Ruggero, alias "il lupo"
7. CORALLO Vincenzo, alias "U Uannà"
8. FANELLI Antonio, alias "Tony"
9. FANELLI Salvatore
10. GAGLIARDI Nicola
11. GRIMALDI Emanuele, alias "Lillino il sorgo"
12. MARINO Francesco, alias "Checco u' buc"
13. MIGLIETTA Egidio
14. MINCUZZI Michele, alias "nasone"
15. MISCEO Giuseppe, alias "il fantasma"
16. PATRUNO Antonio, alias "il pagliaccio o Gianni Celeste"
17. PATRUNO Giuseppe, alias "crocchetta o panzerotto"
18. PATRUNO Giuseppe, alias "u'Zal"
19. PATRUNO Massimo Emiliano
20. PATRUNO Tommaso Francesco
21. RUBINO Alessandro
22. SAPONARO Luciano, alias "u pesciaiuol"