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Bari, alloggi popolari in mano ai clan: oggi famiglia abusiva lascia la casa e consegna le chiavi

 
Bari, alloggi popolari in mano ai clan: oggi famiglia abusiva lascia la casa e consegna le chiavi

In via Giorgio La Pira, nel quartiere Japigia, è prevista la consegna delle chiavi di un appartamento occupato abusivamente da anni da moglie e figli di un presunto affiliato al clan Palermiti

Lunedì 24 Marzo 2025, 14:02

BARI - Oggi in via Giorgio La Pira, nel quartiere Japigia, è prevista la consegna delle chiavi di un appartamento occupato abusivamente da anni da moglie e figli di un presunto affiliato al clan Palermiti. Come accaduto pochi giorni fa per un attico vista mare a Madonnella, si dovrebbe evitare lo sgombero forzato e l’intervento delle forze dell’ordine. Contestualmente alla consegna delle chiavi delle casa popolare, potrebbe già entrare nell’appartamento liberato la famiglia legittimamente assegnataria, designata dal Comune.

Quello che accadrà oggi è parte di un percorso che Arca Puglia, con il suo amministratore unico Piero De Nicolo, persegue ormai da anni con l’obiettivo di ripristinare la legalità nelle occupazioni delle case popolari, tenuto conto che da un lato l’emergenza abitativa in città è un fenomeno in crescita, dall’altro molto spesso la gestione «parallela» delle assegnazioni degli alloggi è appannaggio di clan e mafia, considerata una modalità privilegiata di presidio del territorio.

Nel solo 2024, l’Arca ha denunciato 57 occupazioni abusive di case popolari in città e ne sono state sventate altre 30 grazie all’intervento tempestivo delle forze dell’ordine. Attualmente sono 571 (su un totale di 8.500) le case di proprietà dell’Arca occupate abusivamente nell’intero capoluogo. Quando, anni fa, cominciò la linea dura della tolleranza zero sulle occupazioni abusive, con continue e dettagliate denunce dell’Agenzia, nel mirino finirono tra le prime le venti case popolari in tre complessi di palazzine nel quartiere San Paolo, tra via Candura, via Maria Monti e via Ciusa, «invase arbitrariamente», in alcuni casi per decenni, da 34 persone per le quali è ora in corso un processo penale (prossima udienza il 5 giugno). [i.m.]

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