BARI - «Quando tutta la tua vita si sbriciola in un istante davanti ai tuoi occhi, non hai la forza di reagire. Abbiamo tenuto duro per un anno, abbiamo fatto tutto quello che potevamo e nessuno ci ha mai aiutato. Ora chiediamo aiuto, un fondo di solidarietà per chi abitava lì e ha perso tutto. E ai pompieri, la preghiera di recuperare quanto più possibile: lì ci sono tutti i nostri ricordi, vorrei riavere la fede di mio padre, sepolta sotto le macerie insieme a fotografie e tutto il resto». Sono le parole di uno dei condomini di via Pinto 6, il palazzo crollato alle 18.44 del 5 marzo. Preferisce rimanere anonimo, è ancora molto scosso, a tratti la voce è rotta dalla commozione. «La notte non dormo, ho il cuore strappato - continua - mi passano continuamente davanti agli occhi e nella testa i ricordi di prima che iniziasse questo incubo, prima dello sgombero di anno fa, quando il pomeriggio mi stendevo per un riposino sul divano, nel soggiorno della casa dove con mia moglie vivevo da quarant’anni, davanti alla televisione, guardando sui muri le foto dei figli e dei nipoti. A nessuno auguro quello che stiamo passando noi. Non posso pensare a ciò che ho perso e magari qualcuno ci attaccherà pure, ci chiederanno i danni. Ma anche noi vogliamo giustizia e verità»...
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