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Bari, quei piccoli nati prematuri in lotta tra la vita e la morte

 
Giovanni Longo

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Giovanni Longo

Bari, quei piccoli nati prematuri in lotta tra la vita e la morte

Il prof. Laforgia e le montagne russe: «Così curiamo chi un giorno sta bene e il giorno dopo rischia di non farcela»

Lunedì 18 Novembre 2024, 13:52

19:18

BARI -  Angela, Ludovica, Bea. E poi ancora Ippolito, Annarita e Michelle. Le foto di neonati prematuri, con i loro sorrisi, rendono meno faticose le giornate durissime di chi lavora in Neonatologia e Terapia intensiva neonatale. Qui, in piazza Mercantile, si celebra la Giornata mondiale dei neonati prematuri. Ci sono medici e infermieri del reparto del Policlinico diretto dal prof. Nicola Laforgia. E ci sono i genitori di bambini che nei primi giorni di vita, anzi nei primi mesi, hanno lottato tra la vita e la morte. Qualcuno gioca con i palloncini viola, il colore della Giornata. Qualcun altro sfoglia in piazza un libro regalato dalle associazioni Libri su Misura e Nati per Leggere. Ci sono i Folletti Laboriosi che hanno donato gli stivaletti viola da supereroi in reparto e il gruppo facebook di mamme che hanno sofferto molto per i loro piccoli e che, proprio per questo vogliono aiutare altre mamme. Anche il sindaco Vito Leccese ha voluto far sentire la sua presenza.

«Circa il 10% dei nati è prematuro - spiega il prof. Laforgia - qualcuno di poche settimane, qualcun altro nasce anche dopo appena 5 mesi di gestazione, con un peso di appena 500 grammi. Possono sopravvivere (per fortuna il dato è molto elevato). Ma possono anche morire. In ogni caso sono bambini fragili che possono avere conseguenze anche a distanza di tempo». A gestire situazioni complesse sotto tanti profili «una squadra di medici e infermieri che approfitto per ringraziare perché questi bambini hanno bisogno di cure 24 ore su 24, 365 giorni all’anno. Per questo è fondamentale il rapporto con le famiglie sia durante la degenza, sia nei mesi successivi. Facile intuire il disagio che vivono i genitori sulle montagne russe, con un figlio che un giorno sta bene e il giorno dopo rischia di morire. In questo momento da noi è ricoverata una bambina da ben sei mesi».

Altrettanto fondamentali i luoghi fisici in cui curare bambini nati troppo presto. «I reparti devono essere adeguati, chi oggi costruisce le terapie intensive neonatali le progetta con stanze singole in cui la mamma è ricoverata con suo figlio. È questo che fa la differenza», conclude Laforgia.

Già, le mamme. «Noi ci siamo salvate restando unite e potremmo aiutare anche te», recita lo slogan del gruppo facebook «Supermom2021 Panda Lamba». Hanno vissuto momenti molto difficili con i loro piccoli nati prematuramente e adesso aiutano chi sta attraversando lo stesso dramma. «Abbiamo avuto la fortuna di fare gruppo, abbiamo l’esperienza per stare vicino a chi soffre. Solo chi ha già vissuto certe esperienze può capire chi oggi sta facendo lo stesso percorso. Vorremmo anche dare suggerimenti: a nostro avviso è fondamentale ad esempio prevedere la presenza di un supporto psicologico, uno sportello in corsia in grado di supportare le mamme quando arriva il crollo». Perché il crollo, arriva.

La giornata è tiepida, una coppia con una bambina si avvicina al prof. Laforgia. Quando è nata pesava appena 560 grammi. «Mi ricordo molto bene di te, che piacere vederti», le dice Laforgia. Lei, timida, ricambia con un sorriso.

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