BARI - Giovedì davanti al gip Giuseppe Ronzino ha ammesso di aver pagato circa 40mila euro di tangenti ai due ingegneri della Asl di Bari. E così ieri l’imprenditore Ignazio Gadaleta, 52 anni, di Molfetta, ha potuto lasciare il carcere per i domiciliari, con il parere positivo del procuratore Roberto Rossi e della pm Savina Toscani che guidano l’inchiesta sulle mazzette in cambio di appalti.
Gadaleta, dice il suo difensore Luca Gagliardi che al termine dell’interrogatorio di garanzia aveva avanzato richiesta di attenuazione della misura cautelare, «ha spiegato tutto ciò che è avvenuto e perché c’erano state richieste di soldi. Ha evidenziato che lui ha dovuto correggere i progetti dei lavori, per cui aveva avuto un esborso enorme per i materiali in più. E quindi chiedeva di anticipare il Sal (stato di avanzamento lavori, i pagamenti parziali, ndr) sennò non avrebbe potuto pagare i fornitori». Il gip Ronzino ha rilevato che le dichiarazioni hanno «reso un contributo a ricostruire» come sono andati davvero i fatti, e dunque rappresentano «un novum utile a contenere le esigenze cautelari» dopo tre giorni passati nel carcere di Trani...
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