Sabato 06 Settembre 2025 | 06:36

Bari, al processo per il suo ferimento la vittima salva il genero del boss Palermiti: «Non ho visto chi mi ha sparato»

 
Redazione online

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Agguato mafioso per lo spaccio di droga Palermiti: «Io tra i sicari perché minacciato»

L'imputato è Filippo Mineccia, ritenuto esponente di rilevo del clan di Japigia e già in carcere per mafia. «Parlai male dei suoi genitori, ma forse mi hanno colpito per errore»

Mercoledì 23 Ottobre 2024, 18:42

24 Ottobre 2024, 09:05

BARI - Ha detto di non aver visto chi aveva sparato e di aver pensato, in un primo momento, di essere stato colpito per sbaglio. E solo successivamente ha capito che quei colpi erano diretti a lui, probabilmente per le frasi che diceva in giro, nel quartiere Japigia di Bari, sulla madre e sul padre di Filippo Mineccia, ritenuto esponente di rilievo del clan Palermiti, ora in carcere per gravi vicende di mafia (tra cui l'omicidio di Walter Rafaschieri del 2018, per il quale Giovanni Palermiti, figlio del boss Eugenio, è stato condannato all’ergastolo).

Nicola Girone, per qualche mese compagno della madre di Mineccia, è stato ascoltato oggi in tribunale a Bari. Per la Dda, nel 2016 sarebbe stato raggiunto da almeno cinque colpi di pistola che lo ferirono a una coscia e a un fianco, ferite per le quali rimase a lungo in ospedale. Ma nell’agguato rimase ferito al piede anche un altro uomo.

Girone per sua stessa ammissione avrebbe fatto commenti poco eleganti nei confronti della madre di Mineccia e dell’ex marito della donna. E questo, secondo gli inquirenti, avrebbe scatenato la reazione dello stesso Mineccia, che non avrebbe tollerato l'affronto e avrebbe reagito ferendo Girone. L’agguato avvenne il 24 febbraio 2016 davanti a un chiosco di via Caduti Partigiani, nel quartiere Japigia, in cui la vittima si era recata per bere una birra. 

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