BARI - C’è un imprenditore barese del settore elettronico che è stato destinatario di oltre 300 accessi da parte di Vincenzo Coviello. E ci sono suoi parenti, conoscenti, persone con cui in qualche modo il 52enne bancario di Bitonto ha avuto a che fare nella sua vita personale e lavorativa che si sono ritrovate inserite nell’elenco del «data breach» nei sistemi di Intesa Sanpaolo. Ed è su di loro, su persone senza alcun ruolo pubblico, che con ogni probabilità si è concentrata la maggioranza dei 6.637 accessi sui dati di 3.572 clienti con conti correnti in 679 filiali effettuati tra il 21 febbraio 2022 e il 24 aprile 2024. Quelli contestati a Coviello nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Bari che procede per accesso abusivo a sistema informatico e procacciamento di notizie sulla sicurezza dello Stato.
Quell’imprenditore cercato trecento volte, un suo coetaneo, è un mistero nel mistero. Perché nel corso del procedimento disciplinare cui è stato sottoposto in banca, Coviello ha detto di «non ricordare» chi fosse il signor F.F. Risposta davvero difficile da accettare dati i numeri in gioco, e che forse nasconde qualcosa d’altro, forse anche il timore di far venire fuori situazioni potenzialmente pericolose. Il bancario ha garantito di aver agito di propria iniziativa, di non aver mai stampato documenti e di aver tenuto per sé ciò che aveva appreso attraverso le interrogazioni. Tuttavia la stessa Intesa gli ha contestato di aver continuato ad effettuare accessi «fuori perimetro» (rispetto al suo ruolo lavorativo) anche dopo un primo avvertimento ricevuto a fine 2023 dai suoi superiori.
Amici e parenti, dunque, potrebbero essere la molla della curiosità di Coviello...