BARI - È scontro sulle parole del vice presidente della commissione nazionale Antimafia, Mauro D’Attis, commissario pugliese di Forza Italia, che ieri, durante una convention regionale di FI, sulla questione del commissariamento dei Comuni per mafia ha detto che «non si possono applicare due pesi e due misure, alle volte però succede. Ci sono comuni che per molto poco sono stati sciolti ed altri che per molto di più sono sotto giudizio. Uno di questi è il comune di Bari». Questa mattina, dal palco della Fiera del Levante, gli ha replicato il sindaco di Bari, Vito Leccese: «Bari non è una città mafiosa», ha detto.
Poi è stata la volta dei parlamentari pugliesi del Pd: «Le dichiarazioni di D’Attis - l’attacco dei deputati Pd, Marco Lacarra, Ubaldo Pagano e Claudio Stefanazzi - confermano quanto scarsa sia la cultura istituzionale di questa persona. Ancora una volta, infatti, ci troviamo a commentare le parole di un vice presidente della Commissione Antimafia che utilizza il suo ruolo per «regolare i conti» con gli avversari politici, chiedendo provvedimenti gravissimi senza avere né il potere di adottarli, né argomenti per giustificarli». Non si è fatta attendere la risposta dei parlamentari pugliesi del centrodestra: «Siamo costretti - è riferito in una nota - a rispondere alle odierne accuse, oltremodo infondate, rivolte al nostro collega, Mauro D’Attis, da parte di esponenti dell’opposizione. Accuse pretestuose che rappresentano anche il tentativo più ampio di politicizzare il ruolo fondamentale della Commissione Antimafia, a cui D’Attis dedica il suo impegno con integrità e dedizione. È fondamentale chiarire che lo scioglimento di un’amministrazione comunale è un atto volto a tutelare l’integrità dell’istituzione, mai uno strumento di attacco».
«Esprimiamo la nostra solidarietà e la nostra vicinanza a Mauro D’Attis, vicepresidente della Commissione Antimafia, per il vile attacco ricevuto dai parlamentari del Pd. Dichiarazioni che tradiscono una certa difficoltà politica del centrosinistra che vorrebbe frenare un impegno quotidiano in difesa della legalità portato avanti da D’Attis con grande determinazione e coraggio. Siamo con lui».
«L'onorevole D’Attis ha usato parole condivisibili e di assoluta verità. Le infiltrazioni mafiose in alcune delle principali aziende municipalizzate del Comune di Bari sono fatti concreti e incontrovertibili. Senza voler considerare, o ritenendole un semplice errore di percorso, le visite di esponenti di spicco della sinistra in casa della sorella di un boss. Gli attacchi scomposti dei parlamentari Pd al vicepresidente della Commissione antimafia sono dunque completamente insensati». Così il capogruppo in commissione Antimafia di Forza Italia, Pietro Pittalis ed i membri della commissione Antimafia di FI, Maurizio Gasparri, Pierantonio Zanettin e Chiara Tenerini.
«Evidentemente - osservano i parlamentari - l’onorevole D’Attis ha toccato un nervo scoperto, un argomento considerato tabù e che nessun successo elettorale potrà mai occultare. Ci sono state relazioni pericolose, legami che hanno consentito assunzioni di persone imposte dalle mafie, episodi sui quali è necessario fare chiarezza. Non osiamo neppure immaginare cosa sarebbe accaduto a parti invertite. Avremmo avuto titoloni sui giornali, sit-in e manifestazioni di piazza, richieste di immediate dimissioni. Invece, per inquietante gusto del paradosso, i parlamentari di sinistra le chiedono per chi ha il coraggio di voler scoperchiare il vaso, in continuità con le sue battaglie all’insegna della legalità e della trasparenza».
«E arrivano - aggiungono - fino al cattivo gusto di personalizzare senza alcuna vergogna il confronto politico, minimizzando al contrario fatti di inaudita gravità. A Mauro D’Attis va tutta la nostra vicinanza e solidarietà. Non si farà e non ci faremo certo intimidire da chi, anziché affrontare il merito delle questioni, svicola nella normalizzazione di qualcosa che normale non è».