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Bari, furti di medicinali all'Oncologico: rinviato a giudizio l’ex primario Vito Lorusso

 
Redazione online

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L'esterno dell'Oncologico di Bari

Era già in carcere. In 12, tra medici, infermieri e operatori sanitari, imputati per peculato e autoriciclaggio: si impossessarono di farmaci dell’Istituto tumori 'Giovanni Paolo II'

Venerdì 27 Settembre 2024, 20:05

20:19

BARI - Una condanna, un’assoluzione, sette patteggiamenti e tre rinvii a giudizio. Questo l’esito dell’udienza preliminare, svoltasi oggi in tribunale a Bari, nella quale in 12 - tra medici, infermieri e operatori sanitari - erano imputati per peculato e autoriciclaggio per essersi impossessati di farmaci e dispositivi medici di proprietà dell’Istituto tumori 'Giovanni Paolo II' di Bari.

La gip Ilaria Casu ha rinviato a giudizio l’ex primario di Oncologia medica Vito Lorusso, accusato di peculato e ricettazione e già in carcere dopo aver patteggiato una pena di 5 anni (per peculato e concussione per i soldi chiesti ai pazienti oncologici per visite, ricoveri e per velocizzare delle pratiche burocratiche), e le infermiere Lidia Scarabaggio e Donata Acquaviva. Il processo inizierà il prossimo 5 ottobre. La gip - nonostante il doppio parere favorevole dei pm - ha rigettato la richiesta di patteggiare a tre mesi e di convertire la detenzione con una pena pecuniaria.

In sette (Onofrio Costanzo, Maria Longo, Maria Elizabeth Pompilio, Michele Antonacci, Carlo Romito, Basilio Damiani e Vincenzo Senese) hanno invece patteggiato a pene da un anno e quattro mesi a due anni, dopo aver precedentemente risarcito la struttura che compare come parte offesa. La pena è stata sospesa per sei imputati tranne che per l’operatore socio-sanitario Costanzo (un anno e quattro mesi) dati i suoi precedenti penali. Tutti sono stati interdetti dai pubblici uffici e dichiarati incapaci di contrattare con la pubblica amministrazione per cinque anni.

L’infermiere Vito Novielli, che aveva scelto il rito abbreviato, è invece stato assolto «perché il fatto non sussiste» dall’accusa di peculato, Emanuele Fino è stato condannato (pena sospesa) a un anno e quattro mesi per peculato.

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