lavoro e territorio
Esuberi Bosch assunti dalla Mapei Con Oviesse, in totale 195 posti di lavoro
Possibile il travaso tra le due aziende. C’è attesa anche tra i lavoratori per l’insediamento dei due grandi gruppi. Investimenti complessivi per 38 milioni di euro
BARI Il conto alla rovescia è già partito e i lavori di completamento per le strutture fremono alla zona industriale. Da una parte la Mapei dall'altra Oviesse, tra pochi mesi le due realtà industriali potrebbero concretamente avviare le loro attività, all'interno di un cronoprogramma più o meno rispettato.
Due insediamenti attesi, arrivati tra gran squilli di trombe: Mapei che ha rilevato gli ex capannoni Scianatico, circa 20mila metri quadri di terreno dove era lo stabilimento delle ex Acciaierie e tubifici meridionali, forte di un investimento almeno iniziale di 5 milioni di euro e l'impiego iniziale di una settantina di persone; Oviesse con un investimento un po' più corposo da 33 milioni (di questi 15 milioni sono sostenuti dalla Regione Puglia) ha già alzato il suo grande capannone bianco e blu in via Guglielmo Lindemann su un'estensione di 35mila metri quadrati e annunciato un piano che prevede 125 nuove assunzioni in tre anni.
E se Oviesse è probabile che come dichiarato si avvii ad entrare a regime a partire dagli inizi del 2025, è su Mapei che in questi giorni circolano maggiori indiscrezioni: sembra infatti che nel piano di impiego delle sue risorse umane, possano trovare spazio anche alcuni lavoratori Bosch. Alcuni di quei 700 esuberi per i quali l'azienda tedesca sta cercando in tutti i modi di facilitare la fuoriuscita o il ricollocamento.
L'azienda non conferma, ma tra i lavoratori Bosch questa voce è sempre più insistente, anche se non si sa né chi potrebbe fare il salto, né quanti.
«Sicuramente alcuni di noi hanno frequentato dei brevi percorsi formativi per verificare la possibilità di una ricollocazione – spiegano alcuni -. Si è cercato di aprire strade verso la migrazione anche in altri settori come l'agroalimentare e il packaging. Ma si tratterebbe di lasciare una grossa azienda come la Bosch, per piccole realtà, non è una decisione facile. Diverso è per Mapei, una grossa industria che per quanto differente da una azienda metalmeccanica, garantisce comunque delle garanzie importanti. Sì, sappiamo che qualcosa si sta muovendo in tal senso, ma non altro».
La questione esuberi Bosch è un tema caldissimo che ancora non trova soluzione: gli incentivi messi sul piatto dall'azienda per la fuoriuscita hanno convinto solo pochi ad accettare. «Ci sono colleghi hanno deciso di prendere i 120mila euro offerti dall’azienda e cambiare completamente attività – racconta un gruppo di dipendenti -. Alcuni avevano già una alternativa lavorativa, altri hanno deciso di cambiare completamente vita. Dipende da tanti fattori personali».
E' la trasmigrazione verso le pmi che sta invece trovando maggiore resistenza. Nonostante l'altissima richiesta di personale, nonostante percorsi formativi a disposizione. Le pmi sono viste (a torto) meno garantiste rispetto ad una grande impresa. Quello che spaventa è il cambio di passo con un lavoro che necessità di una capacità di adattamento differente, una propensione a vedere il ciclo produttivo completo e non solo occuparsi di un singolo segmento, di non lavorare per 7-8 ore e chiudere lì la propria responsabilità a fronte di un impegno differente per tempi e modi.
«Fatto è, che se lo chiedessero a me, io andrei via da Bosch per passare a Mapei», confessa un operaio, mentre gli altri annuiscono. Anche se è impossibile che Mapei possa essere la soluzione per 700 lavoratori dichiarati esuberi.
Un giro per la zona industriale chiarisce intanto lo stato degli insediamenti. Dai lavori in corso è molto probabile che Mapei ed Oviesse saranno pronte a partire a breve. Oviesse sta ultimando le ultime cose, ha completato il collegamento per lo scarico delle acque piovane, quindi si può pensare che entro fine anno il cantiere sia terminato. Mapei può contare già su capannone ed uffici quasi pronti. Da quanto si sa, oltre che la produzione dei suoi materiali storici, dalle colle per la posa della ceramica alle malte, dagli additivi alle pitture, dovrebbe produrre anche intonaci e massetti, specializzando il sito barese anche con nuovi cicli produttivi.
Anche Oviesse è un progetto che punta all'innovazione: il sito barese dovrebbe facilitare il rientro di alcune attività produttive oggi all'estero. Alla zona industriale si attiverà un polo che darà una seconda vita ai capi di abbigliamento, il «ricondizionamento» nell'ottica della sostenibilità. Per questo Oviesse si muove in sincrono con il Politecnico di Bari per selezionare talenti nell'ambito della trasformazione digitale, intelligenza artificiale e cyber security. I 15 milioni del Contratto di programma che la Regione Puglia ha garantito, finanzieranno attraverso Puglia Sviluppo proprio tutti questi processi di ricerca e innovazione.