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Policlinico di Bari, 102 trapianti di fegato in quasi due anni e lista d'attesa quasi azzerata

 
Redazione online

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Negli ultimi giorni di luglio effettuate 5 operazioni

Mercoledì 07 Agosto 2024, 13:04

19:03

BARI - Centodue trapianti di fegato effettuati negli ultimi 22 mesi al Policlinico di Bari e lista d’attesa quasi azzerata. E non è solo una questione di numeri ma anche di qualità dei risultati ottenuti grazie a una sopravvivenza a 1 anno dal trapianto del 92%. «Un importante risultato che oggi rende il Centro Trapianti di Fegato del Policlinico di Bari un centro a medio volume. Con i 5 trapianti effettuati negli ultimi 6 giorni di luglio, abbiamo 10 pazienti attualmente in lista di attesa»,  spiega il dottor Francesco Tandoi, direttore dell’unità operativa di chirurgia epatobiliare e Centro Trapianti di fegato.

Il primo trapianto di fegato al Policlinico di Bari è stato eseguito il 26 giugno del 1998 e in 24 anni, fino al 30 settembre 2022, sono stati effettuati 473 complessivi. Dall’arrivo del dottor Tandoi: 10 trapianti negli ultimi 3 mesi del 2022, 54 nel 2023 e 38 nei primi 7 mesi del 2024 (+12 rispetto allo stesso periodo del 2023).

«Questo risultato è reso possibile – aggiunge Tandoi –  grazie alla collaborazione tra la mia equipe medica, infermieristica e di sala e il lavoro costante e interdisciplinare che coinvolge il gruppo epatologico dei trapianti, coordinato dalla dottoressa Maria Rendina dell’unità operativa del prof. Di Leo, il gruppo rianimatorio del prof. Salvatore Grasso e quello anestesiologico dei trapianti coordinato dalla dottoressa Giuliana Primicieri, e il coordinamento del Centro Regionale Trapianti, con il prof. Loreto Gesualdo. Il nostro Centro trapianti fegato oltre che per i pugliesi può essere un riferimento anche per le regioni limitrofe».

«Un trapianto non è solo il lavoro del chirurgo che lo esegue, ma è l’espressione dell’efficace organizzazione, del buon funzionamento e dell’elevata professionalità dell’intero ospedale e soprattutto della scelta consapevole dei donatori d’organo e delle loro famiglie, che non dobbiamo smettere di ringraziare, perché è una scelta che può contribuire a salvare vite», conclude il direttore generale del Policlinico di Bari, Antonio Sanguedolce.

 

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