Sabato 06 Settembre 2025 | 06:13

Bari, Olivieri ha parlato con i pm: due ore di interrogatorio sui rapporti tra clan e politica

 
Massimiliano Scagliarini

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Massimiliano Scagliarini

E il leader di Realtà Italiasi dichiara «prigioniero politico»

L'ex consigliere regionale arrestato il 26 febbraio nell'operazione Codice Interno ha risposto alle domande sulle accuse di scambio elettorale politico-mafioso ed estorsione alla Banca Popolare

Martedì 07 Maggio 2024, 10:46

11:56

BARI - Giacomo Olivieri è tornato a Bari per parlare con i magistrati della Dda che ne hanno chiesto e ottenuto l’arresto in carcere, il 26 febbraio, nell’ambito dell’inchiesta Codice Interno sui rapporti della politica con i clan. E’ per questo che l’avvocato 62enne, ex consigliere regionale, nel pomeriggio di lunedì 6 maggio si è sottoposto per due ore alle domande dei pm Fabio Buquicchio e Marco D’Agostino e del procuratore Roberto Rossi. Assistito dai suoi avvocati, Gaetano e Luca Castellaneta, Olivieri ha raccontato la «sua» verità.

L’interrogatorio verteva sulle due imputazioni contestate a Olivieri, vale a dire l’associazione per delinquere finalizzata allo scambio elettorale politico-mafioso e l’estorsione ai danni della Banca Popolare di Bari. Due accuse su cui, nell’interrogatorio di garanzia, il 62enne avvocato ha inteso avvalersi della facoltà di non rispondere: «Leggerò gli atti e darò tutte le risposte», aveva detto, limitandosi ad affermare che non c’era stata alcuna estorsione nei confronti della banca.

Stavolta Olivieri ha invece risposto alle domande, provando a spiegare i rapporti con i clan baresi che gli sono stati contestati e che – secondo l’accusa – avrebbe sfruttato per comprare i voti necessari a far eleggere la moglie al Consiglio comunale di Bari nel 2019. L’ex esponente politico, marito di Maria Carmen Lorusso (ex consigliera comunale, pure lei finita ai domiciliari) da marzo è in carcere a Lanciano in una cella di Alta sicurezza: ha fatto già ritorno in Abruzzo. Il Tribunale del Riesame ha detto «no» al ritorno in libertà sia di Mari Lorusso, sia del padre Vito, l’ex oncologo dell’Irccs accusato pure lui di aver comprato voti a favore della figlia. Per il momento la difesa di Olivieri non ha avanzato alcuna richiesta, ma ha dato disponibilità a rispondere ad ulteriori domande.

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