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Bari a rischio alluvioni, ancora oggi come ieri

 
Rita Schena

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Rita Schena

Bari a rischio alluvioni, ancora oggi come ieri

La presidente dell’Ordine dei Geologi: «Poco rispetto del territorio»

Martedì 23 Aprile 2024, 12:24

24 Aprile 2024, 10:24

BARI - Bari ha una lunga storia di alluvioni e allagamenti, un rischio che c'è ancora oggi, aggravato dai cambiamenti climatici e dal consumo di suolo che non ha tenuto (e non tiene) conto delle caratteristiche geomorfologiche del territorio e che soprattutto si è aggravato negli ultimi anni.

Lo dice chiaro e tondo Giovanna Amedei presidente dell'Ordine dei geologi Puglia: «I dati contenuti nel rapporto 2023 di Legambiente sulle spiagge lo evidenziano con chiarezza. La Puglia dal 2010 al 2023 ha subito 96 eventi meteo estremi e di questi 43 hanno interessato Bari e il Barese, che ne fa la prima provincia a rischio d'Italia. Questi eventi, che ormai non sono più una eccezione ma la norma, se si uniscono ad un consumo di suolo senza criteri, senza una adeguata mappatura e studio della geomorfologia, aggiungono danno a danno».

Ma con il progetto del grande parco Bari Costa sud questo rischio si abbassa?

«Dipende. Il progetto in se appare interessante. Quando si parla di riqualificazione, realizzare spazi verdi pubblici è sicuramente tutto bello. Ma da tecnica mi preoccupa lo spostamento delle cubature. Sappiamo che ci sono cubature rimaste in sospeso che saranno portate verso Japigia. Un quartiere già fortemente antropizzato. Che quindi lo sarà ancora di più. Quindi da una parte ci sarà la rinaturalizzazione della costa e dall'altro altro ulteriore consumo di suolo. Si sposta il problema in pratica, una trasformazione che a conti fatti rischia di essere peggiorativa, creando quartieri di serie A e altri di serie B».

Ma voi geologi venite interpellati quando si tratta di progetti urbanistici importanti?

«Purtroppo no. Erroneamente si crede che l'urbanistica vada oltre la geologia, che lo studio del territorio e della sua natura sia inutile e invece non è così. Anche per la legge sulla protezione delle dune si è fatto a meno di noi... E invece le nostre competenze tecniche possono essere un importante supporto».

Tornando a Bari Costa sud, nel progetto è coinvolta lama Valenzano, area naturalistica e spazio essenziale per il deflusso dell'acqua.

«Se non ho capito male si tratta degli interventi del lotto 4. L'alveo sarà rinaturalizzato e rigenerato grazie alla realizzazione di un parco agricolo reticolare. Da cittadina spero che tutto sia fatto nel massimo rispetto degli animali selvatici che ci transitano e per i quali la foce è oasi importante a salvaguardia della biodiversita, ma da tecnico sono anche curiosa di capire se le attività agricole potranno impattare sulla lama. Come ho detto quando si parla di piantare verde ed alberi, sono tutti favorevoli, ma in un luogo di deflusso di acqua anche gli alberi possono diventare un pericolo, se poi non ben gestiti».

Quali sono le criticità del territorio Barese?

«Bari soffre per l'eccessivo consumo di suolo. Non lo dico solo io ma i dati Ispra aggiornati di anno in anno. Per il resto la costa a ridosso della città soffre meno del problema erosivo rispetto a Giovinazzo o Polignano, d'altro canto siamo all'interno di un sistema ambientale in grande cambiamento. Ci sono dati che indicano che nei prossimi 30 anni nell'area porto ci potrebbe essere un innalzamento del mare fino ad un metro. A questo punto mi chiedo: si tiene conto di queste prospettive quando si ripensa la città? Perché fino ad ora si è costruito senza pianificazione di lungo periodo. E purtroppo anche nei progetti di rigenerazione urbani si inciampa nello stesso problema, si portano avanti sull'onda dell'effetto meraviglia, si parla di riqualificazione e si pensa che la sola parola sia sufficiente, ma senza studiare i suoli e capire come recuperarli con reali criteri sostenibili. Credo che serva molta più cultura ambientale alle nostre latitudini, far comprendere ai residenti i rischi che si corrono anche in un'ottica di protezione civile. Alla fine ne va della vita di tutti noi».

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