BARI - Quella che i tre componenti della commissione d’accesso nominata dalla Prefettura di Bari hanno svolto ieri mattina in Comune è stata una visita preliminare, per incontrare il segretario generale Donato Susca e alcuni dirigenti. Ma il lavoro per verificare la eventuale sussistenza di infiltrazioni mafiose comincerà materialmente subito dopo Pasqua.
I tre commissari (Claudio Sammartino, ex prefetto di Taranto, il viceprefetto Antonio Giannelli e il maggiore tarantino Pio Giuseppe Stola della Finanza ritratti nella foto in sovrimpressione) hanno brevemente incontrato anche il sindaco, Antonio Decaro, e hanno acquisito alcuni documenti. La documentazione necessaria a far partire i controlli verrà indicata per iscritto nei prossimi giorni. Verranno poi programmate una serie di audizioni formali con dirigenti e dipendenti. La commissione di accesso si avvale delle strutture della prefettura ed eventualmente anche delle forze dell’ordine, e può chiedere informazioni alla Procura in relazione alle indagini su cui non c’è più il segreto.
I tempi non sono noti, né possono essere prevedibili: i tre componenti, per quanto risulta, non hanno dato indicazioni ai dirigenti comunali né gliene sono state chieste. Difficile, molto difficile, che possano esserci novità prima delle elezioni di giugno. La commissione ha tre mesi di tempo, prorogabili di altri tre, per presentare la propria relazione al prefetto che poi, a sua volta, ha altri 45 giorni per rassegnare le conclusioni al ministro dell’Interno, previo parere del comitato per l’ordine e la sicurezza e del procuratore della Repubblica. I tempi non sono perentori (lo sforamento non produce la nullità degli atti), e infatti mediamente i procedimenti di scioglimento non hanno mai impiegato meno di 10-12 mesi dall’insediamento della commissione alla proposta finale. In alcuni casi si è arrivati anche a due anni e mezzo. Nel caso di Foggia, addirittura, lo scioglimento intervenne quando già il Comune era retto da commissari prefettizi per via delle dimissioni del Consiglio. E dunque, per certi versi, lo Stato commissariò se stesso.
«La commissione - ha fatto sapere ieri la sottosegretaria all’Interno Wanda Ferro (Fdi) - non ha l’obiettivo predeterminato di sciogliere il Comune, ma è finalizzata ad accertare eventuali infiltrazioni, in particolare per quanto riguarda la partecipata Amtab». Ferro ha ricordato ancora una volta che «negli ultimi dieci ci sono stati 133 scioglimenti disposti dai governi Renzi (23), Gentiloni (38), Conte (38), Draghi (19) e Meloni (15)» e ha riconosciuto «del tutto legittimo il dibattito in corso sulla modifica delle norme che regolano le commissioni di accesso e lo scioglimento dei Comuni per infiltrazioni della comunità organizzata». Ma questo, secondo la sottosegretaria, «non può certo inficiare una decisione - quella di nominare la commissione di accesso - presa sulla base delle leggi in vigore»: «Gli eventuali cambiamenti alle norme vigenti, tra l’altro, potranno essere introdotti nell’ambito della imminente riforma del Tuel, su cui il Viminale sta lavorando nell’ottica, è bene ribadirlo ancora, di un rafforzamento di tutti gli strumenti utilizzabili contro le infiltrazioni della criminalità organizzata».
I dati forniti anche ieri dal Viminale possono essere contestualizzati sulla Puglia, dove dal 2014 gli scioglimenti sono stati 19: cinque amministrazioni di centrodestra, cinque di centrosinistra e nove retti da coalizioni civiche). Renzi (in carica tra il 22 febbraio 2014 e il 12 dicembre 2016) ne ha sciolti due (entrambi retti da civiche), Cellino San Marco e Monte S. Angelo. Gentiloni (12 dicembre 2016-1 giugno 2018) ne ha invece sciolti cinque (uno di centrodestra, uno di centrosinistra, tre civiche): Monte S. Angelo, Parabita, Valenzano, Mattinata e Manduria.
Conte (1 giugno 2018-13 febbraio 2021) ne ha sciolti sei (uno di centrodestra, due di centrosinistra, tre civiche): Surbo (sciolto per la seconda volta), Sogliano Cavour, Cerignola, Manfredonia, Carmiano e Scorrano. Draghi (13 febbraio 2021-22 ottobre 2022) altri cinque (tre di centrodestra, uno di centrosinistra, uno civico): Carovigno, Foggia, Ostuni, Neviano, Trinitapoli. Meloni uno (centrosinistra): Orta Nova. I provvedimenti disposti in Puglia hanno sempre retto all’esame dei giudici amministrativi, anche se nel caso di Parabita il commissariamento è stato prima annullato dal Tar del Lazio e poi ripristinato dal Consiglio di Stato.