BARI - «Non c'è alcun nesso tra i capi di imputazione, le mie condotte che sono state ineccepibili come amministratore e le condotte contestate. Mi contestano di non aver bandito gare d’appalto per affidamenti diretti, ma forse sono quello che ha bandito più gare d’appalto in Puglia nel 21esimo secolo. Degli oltre 140 milioni di debiti contestati verso i fornitori ne sono imputabili 6 scarsi». Lo ha detto in aula a Bari, rilasciando dichiarazioni spontanee, l’ex amministratore unico di Ferrovie del Sud Est Luigi Fiorillo, per il quale la Procura di Bari ha chiesto la condanna a 12 anni di reclusione per vari episodi di bancarotta, dissipazione e distrazione che - per l’accusa - portarono al crac da oltre 230 milioni di euro di Fse.
In totale, compreso Fiorillo, gli imputati in questo processo sono 13, per i quali la Procura ha chiesto condanne da tre a 12 anni. Al termine delle controrepliche dei difensori degli imputati, i giudici si sono riuniti in camera di consiglio: la sentenza è prevista per il pomeriggio.
Nel corso dell’udienza svoltasi questa mattina ha rilasciato dichiarazioni spontanee anche l’avvocato romano Angelo Schiano, a lungo legale dell’azienda e considerato dalla Procura - che ne ha chiesto la condanna a 10 anni - «il vero centro decisionale» di Fse. «Per Fse ho solo fatto l’avvocato - ha detto -, non sono mai stato coinvolto nelle decisioni dell’azienda o nelle riunioni amministrative, né c'è stata alcuna mia ingerenza nella redazione dei bilanci, anche perché non avrei le competenze per farlo».
«In oltre 15mila cause che ho curato per l’azienda - ha aggiunto - ho incassato complessivamente 14 milioni a lordo, non 27 come contesta la Procura. Sono circa 8 milioni al netto di tasse e imposte, circa 500 euro a causa. Ho emesso quindi parcelle molto inferiori al minimo, e ho fatturato solo dopo che il ministero ha iniziato a pagare».