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Mafia e arresti a Bari: al via gli interrogatori, oggi tocca a Tommy Parisi

 
Isabella Maselli

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Isabella Maselli

Tommy Parisi

Tommy Parisi, il figlio del boss Savinuccio

Cominciano oggi gli interrogatori delle 135 persone arrestate ieri dalla Polizia (110 in carcere e 25 ai domiciliari) nell’ambito dell’indagine della Dda sulle presunte infiltrazioni mafiose del clan Parisi nella vita economica, politica e sociale della città

Martedì 27 Febbraio 2024, 11:15

BARI - Cominciano oggi gli interrogatori delle 135 persone arrestate ieri dalla Polizia (110 in carcere e 25 ai domiciliari) nell’ambito dell’indagine della Dda sulle presunte infiltrazioni mafiose del clan Parisi nella vita economica, politica e sociale della città.

Davanti al gip Alfredo Ferraro compariranno già oggi i primi indagati, tra i quali Tommy Parisi, il figlio del capo clan di Japigia Savinuccio. Gli interrogatori di garanzia proseguiranno nei prossimi giorni. Ancora non è stato fissato quello dell’ex consigliere regionale Giacomo Olivieri, finito in cella per aver reclutato i voti del clan alle elezioni comunali di Bari del 2019 per la moglie Maria Carmen Lorusso (agli arresti domiciliari), eletta nel centrodestra a sostegno del candidato sindaco Di Rella e poi passata nella maggioranza di centrosinistra.

Nell’inchiesta dell’Antimafia sono contestati reati che vanno dall’associazione mafiosa al voto di scambio politico mafioso, passando per l’estorsione nelle competizioni sportive, le turbative di aste giudiziarie e poi i delitti tipici della criminalità organizzata: droga, armi, agguati.

Nelle migliaia di pagine dell’indagine “codice interno”, coordinata dai pm Fabio Buquicchio, Marco D’Agostino e Federico Perrone Capano, ci sono i racconti, anche attraverso le dichiarazioni dei pentiti, degli affari del clan per pilotare le assunzioni nella municipalizzata barese del trasporto urbano, l’Amtab, ma anche gli interessi nei business della compravendita di auto e della commercializzazione del caffè. Tutte accuse dalle quali ora gli indagati dovranno difendersi davanti ad un giudice.

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