Domenica 05 Ottobre 2025 | 15:00

Luigi De Laurentiis contro il padre: «Mi dissocio. Bari non è seconda squadra del Napoli». Aurelio: «Frainteso»

 
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Luigi De Laurentiis contro il padre: «Mi dissocio. Bari non è seconda squadra del Napoli»

Il Patron dei biancorossi: 'Accade che soci non abbiano stessa visione'. Intanto prosegue la polemica tra i tifosi. È intervenuto anche Decaro

Mercoledì 07 Febbraio 2024, 21:44

08 Febbraio 2024, 16:08

BARI - «È inutile che ci giri intorno: devo dissociarmi dalle dichiarazioni rilasciate da mio padre, presidente dell’altra squadra della Filmauro. Così come non sempre un figlio la pensa come il padre, può accadere che due soci non condividano la stessa visione aziendale. Voglio credere che le parole di mio padre siano state mal interpretate o che lui stesso non si sia espresso con chiarezza, perché ovviamente non è possibile parlare del Bari derubricandolo a seconda squadra del gruppo non solo perché non è vero ma, inoltre, non rende giustizia alla storia di questa piazza». Così Luigi De Laurentiis, presidente del Bari, dopo che il padre Aurelio, presidente del Napoli, in una conferenza stampa ha definito il Bari, di cui è proprietario, «la nostra seconda squadra».

Anche il sindaco di Bari, Antonio Decaro, aveva reagito chiedendo le scuse di Aurelio De Laurentiis, prima dell’intervento di Luigi. «In ogni caso - prosegue De Laurentiis -, malinteso o meno, quanto accaduto dimostra nei fatti la totale autonomia che esiste fra le due realtà aziendali. Perché se il presidente dell’altra squadra del gruppo avesse gestito l'organizzazione del Bari, se sapesse come funziona il nostro settore giovanile, se avesse seguito in prima persona la creazione di questa struttura aziendale vocata a progetti ambiziosi, sicuramente non avrebbe parlato di 'seconda squadrà». 

«Dall’inizio della mia avventura - prosegue Luigi De Laurentiis - ho agito autonomamente, con la mia impronta, i miei valori, il mio metodo aziendale: abbiamo strutturato un gruppo di lavoro che ogni giorno si occupa di gestire ogni aspetto della vita del Bari, assumendoci enormi responsabilità verso la città e i tifosi. Una volta avviata la macchina, ho rispettato ogni delega data e ogni ruolo affidato ai professionisti che ho scelto, senza mai abbandonare il Bari, ma costruendo una struttura solida abbastanza da poter essere indipendente e autonoma. Siamo arrivati a 90 secondi dalla Serie A, il nostro paradiso, ma siamo caduti e ci siamo fatti male. Io ci sono sempre stato e con fermezza ma senza alzare la voce ho motivato, sostenuto, investito ma, soprattutto, rispettato. E gli investimenti degli ultimi giorni ne sono una ulteriore prova».

«La mia prima squadra è il Bari e fino a quando sarò qui ne difenderò gli interessi, l’onore e i colori, con onestà intellettuale e morale e con impegno di fronte a chiunque», conclude De Laurentiis mentre la piazza sportiva e in fermento.
Il gruppo comunale di Fratelli d’Italia ha annunciato per domani una conferenza stampa sulla questione.

LE SCUSE DI AURELIO DE LAURENTIIS: «MI DISPIACE»

 «In riferimento alle dichiarazioni critiche nei miei confronti del sindaco di Bari Decaro, persona che stimo e apprezzo, in merito alla conferenza stampa di oggi, voglio precisare che le mie parole sul Bari sono state fraintese. Io penso che avere come proprietà due squadre, in due diverse categorie, sia semplicemente un valore aggiunto, per entrambe. Era questo il senso del mio ragionamento». Lo afferma su X il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, che aveva parlato del Bari come di una «seconda squadra».
«Il Bari - prosegue il patron del Napoli - è guidato da mio figlio Luigi De Laurentiis in totale autonomia ed è stato a un passo dalla serie A solo sette mesi fa. L’obiettivo della proprietà è quello di portarlo più in alto possibile. Se le mie parole hanno offeso i tifosi mi dispiace».

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