BARI - Dare vita a un percorso comune, per costruire proposte e politiche partecipate che possano contrastare in modo efficace la violenza maschile sulle donne. È l’obiettivo del protocollo firmato oggi nella sede di Cgil Puglia per dare vita ad azioni comuni di contrasto alle discriminazioni, molestie e violenza.
Il documento è stato sottoscritto, fra gli altri, da Cgil Puglia, Uil Puglia, Confindustria Puglia, Anci Puglia, presidenza del Consiglio regionale della Puglia e centri antiviolenza della regione. Presenti, fra gli altri, il presidente di Confindustria Bari-Bat Sergio Fontana, la segretaria di Cgil Puglia Filomena Principale, la segretaria di Uil Puglia Annarita Gianniella, la vicepresidente di Anci Puglia Luciana Laera e, in collegamento da remoto, la presidente del Consiglio regionale Loredana Capone.
Grazie al protocollo verrà costituito un coordinamento di rete contro la violenza di genere in tutte le declinazioni, soprattutto nei confronti delle donne in condizioni di particolare vulnerabilità. Questo, attraverso percorsi di sensibilizzazione, informazione, formazione e iniziative sociali e culturali. Saranno quindi attivate campagne di informazione sui servizi che si occupano del fenomeno, saranno costituiti spazi riservati nelle sedi territoriali di Cgil e Uil per la prima accoglienza e consulenza e saranno individuate azioni di sostegno lavorativo nel percorso di autonomia economica delle donne vittime di violenza.
«Vogliamo incoraggiare le donne a non aver paura, ma a parlare. Anche sul mondo del lavoro deve finire tutta questa omertà», ha detto la segretaria di Uil Puglia, Annarita Gianniella. «So che non è facile denunciare rischiando di perdere il lavoro - ha aggiunto - per questo è necessario trovare giusti protocolli per poter fare inserire gli aiuti alle donne nei contratti collettivi nazionali e nella contrattazione di secondo livello».
«Mentre parliamo qui registriamo un altro femminicidio nella provincia di Parma: una donna di 66 anni è stata picchiata a sangue e uccisa dal suo compagno con una mazza da baseball. Siamo all’ennesimo caso dopo quello di Giulia Cecchettin», ha sottolineato invece la segretaria generale di Cgil Puglia, Gigia Bucci.
«In questo momento - ha aggiunto - voglio ringraziare tutti i giovani che hanno dimostrato di non accettare più una certa retorica con le piazze piene, a partire da Roma con 70mila persone. Milano con 30mila e Bari, con oltre settemila persone lo scorso 24 novembre». «Quelle piazze - ha detto - quella partecipazione così allargata e massiccia, ci dicono che la società civile è viva in un momento in cui qualcuno prova a dipingerla come morta e affievolita. Quelle piazze ci richiamano a una responsabilità ulteriore e ci dicono che i giovani sono stanchi di sopportare una certa retorica politica».
Bucci ha ricordato i 106 femminicidi nel 2023, spiegando che «il tempo è scaduto e non possiamo più aspettare rispetto alla nostra responsabilità di intervenire con gli strumenti che ci sono, ovvero le leggi. Ma il tema è anche di natura culturale, figlio di una cultura patriarcale feroce e violenta».
«Questo è il tempo del fare, non è più il tempo del dire. Gli ultimi casi nel nostro Paese ci spingono a esercitare un ruolo attivo. Per questo sia come parti datoriali, sia come parti sindacali e istituzionali firmiamo questo protocollo», ha proseguito la segretaria di Cgil Puglia Filomena Principale. L'obiettivo è «mettere in atto azioni fuori e dentro i luoghi di lavoro - ha aggiunto - perché le molestie, l’abuso e la violenza si fermino e non si assista più a femminicidi. Non possiamo più permettere che la cultura del patriarcato, che pervade tutti i segmenti sociali, continui a esercitare il suo potere di controllo sul corpo delle donne».
Principale ha spiegato che «prepareremo azioni di formazione rivolte ai cittadini, ai lavoratori nei luoghi di lavoro e accompagneremo nei centri antiviolenza le donne vittime di abuso che si rivolgono alle nostre sedi. I centri hanno le competenze e gli elementi per fronteggiare la violenza e creare un clima di cambiamento culturale».