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«Primarie inquinate dai clan? Solo fango per evitare i gazebo», parla il segretario Pd Puglia De Santis

 
Michele De Feudis

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Michele De Feudis

«Primarie inquinate dai clan? Solo fango per evitare i gazebo», parla il segretario Pd De Santis

Il dibattito s’infiamma: «Lavoriamo per l’unità, partendo dal tavolo con M5S e SI»

Venerdì 10 Novembre 2023, 12:47

BARI - È bagarre nel centrosinistra per la scelta del prossimo candidato sindaco. Domenico De Santis, segretario regionale del Pd, c’è il rischio di contaminazioni mafiose per le eventuali primarie dei progressisti?

«Non so a cosa e a chi Michele Laforgia si riferisca, ma sostenere che fare le primarie consente alla criminalità di scegliere il sindaco di Bari è una sciocchezza ingiusta che viene strumentalmente utilizzata per evitare i gazebo».

Il candidato sindaco e leader della Giusta Causa e della Convenzione, Michele Laforgia, ha palesato il rischio di «primarie opache».

«È una forzatura inutile perché se si abbassano i toni e non si butta il dibattito nel fango delle insinuazioni, nessuno può escludere che si possa trovare un candidato che sta bene a tutti. Anche noi abbiamo replicato con forza ad una nota dei 5S, ma duellare sui media è la via sbagliata».

Cosa si dovrebbe fare?

«Serve tornare all’armonia e al rispetto reciproco come facciamo da anni allargando incessantemente la nostra alleanza legandola strettamente a programmi di governo progressisti. Garbo ed educazione, toni bassi e ragionamento politico: ecco la linea per il prossimo tavolo».

A Foggia la discussione tra alleati ha evitato strappi.

«Prima già alla Regione Puglia abbiamo costruito l’alleanza con i 5S e Sinistra italiana nonostante i primi non siano stati con noi in campagna elettorale e nonostante i secondi non abbiano eletto nessun consigliere regionale. Questo è il Pd, una forza mite che rinuncia a posizioni proprie e costruisce con i propri alleati idee e progetti senza fare ragionamenti di potere».

Cosa non sta funzionando a Bari?

«La coalizione è unita sui programmi, si divide sulle ambizioni personali che non realizzano un progetto politico comune. Partire dai nomi è stato un errore di tutti, e noi per primi facciamo ammenda».

Avete preso 48 ore per commentare le dichiarazioni di Laforgia sulle primarie…

«Abbiamo compreso che Laforgia ha detto cose che neppure lui pensa nello stress determinato dal voler imporre il suo nome a prescindere».

Ha evocato il ruolo della criminalità in città e “dei portatori e compratori di voti”.

«Chiariamo la questione: il Pd ha una bellissima storia di contrasto alle mafie in Puglia e a Bari e non sarà certo l’argomentazione di chi teme le primarie a cambiare questa storia. Se dovessimo riparlarne seriamente allora vuol dire che i nostri interlocutori non hanno rispetto della nostra storia e della nostra comunità. Ci sono esponenti dem in Puglia che convivono con la protezione dello Stato per via del loro impegno cristallino contro le mafie».

Ma le primarie sono a rischio “infiltrazioni”?

«Le primarie sono nate in Puglia e sono state sempre il modo per consentire agli elettori di affermare la propria volontà su quella degli apparati che calano candidati dall’alto. Vendola, Decaro e Emiliano sono stati scelti con i gazebo. Nel caso di Emiliano, col consenso dell’area politica che oggi chiede di non farle e che aveva tra le sue fila il presidente della Regione in carica con il suo apparato. Allora Emiliano era assessore A San Severo. Eppure riuscì a vincerle. A Lecce si svolgeranno a fine novembre».

Tra il sindaco uscente e la sinistra.

«E proprio la sinistra le ha chieste e ottenute, con il placet di Salvemini. Certo, non sono obbligatorie, ma sono uno strumento per mantenere la coalizione unita quando ci sono più candidature. Se al tavolo politico ci saranno più candidati e non si troverà una soluzione attraverso gli strumenti della politica, non vedo altri metodi oltre alle primarie per valorizzare l’unità tra le forze dell’alleanza».

C’è chi auspica una sintesi a tutti i costi.

«Davanti a una pluralità di opzioni, non conosco altri sistemi, poi se qualcuno vuole imporre la propria candidatura a tutti i costi, anche a costo di rompere la coalizione, vuol dire che non prevale il bene della città e della coalizione. Sarei il primo ad essere felice se trovassimo al tavolo un candidato unitario».

Lo chiedono pentastellti e vendoliani.

«Condividiamo in pieno con 5S e Si questa impostazione, e il luogo deputato per discutere collegialmente è il tavolo dei partiti. Sarei il primo ad essere felice se trovassimo insieme un candidato unitario, e lavoreremo incessantemente per questo».

Il Pd ha tre aspiranti alla fascia di Decaro. Le primarie sono una exit strategy per i dem divisi?

«Questa pluralità di candidature è una ricchezza del Pd e dovrebbe agevolare i candidati non Pd in eventuali primarie. Decideremo cosa fare durante l’assemblea cittadina. Siamo un partito, abbiamo 1300 iscritti a Bari città, molti dei quali si sono iscritti online dopo l’elezione di Elly Schlein che grazie alle primarie, ancora una volta, ha sovvertito il voto dei tesserati. Sono questi elettori il valore inestimabile del Pd. Siamo gente libera che non si fa imporre da nessuno le proprie scelte. Da noi non vige il centralismo democratico dove il capo fondatore è candidato perché lo decide lui, ma prevale la democrazia interna.  Una regola se è giusta deve valere sempre, anche quando sembra non più conveniente».

Le prossime tappe?

«Proporremo un manifesto delle idee che abbiamo già presentato al tavolo del centrosinistra, sulla città del futuro».

Per il candidato ora non si può mandare il pallone in tribuna.

Questa accelerazione sui nomi non l’abbiamo imposta noi, mancano ancora 9 mesi alle elezioni. Prima dei nomi, per noi democratici, è fondamentale individuare i grandi temi fondativi dell’alleanza per proporre alla città una idea della Bari che verrà. Vent’anni fa il capoluogo regionale aveva un teatro incendiato, la Fibronit, “scippolandia” e i turisti erano una chimera. Oggi Bari è una delle città più turistiche d’Europa, il suo aeroporto internazionale è collegato direttamente al centro con il treno, il Petruzzelli e il Piccinni sono due gioielli, al posto della fabbrica dei veleni ci sarà un parco gigantesco».

Sul candidato non mi vuole rispondere…

«Questa trasformazione della città è merito del Pd, dei suoi maggiori esponenti Emiliano e Decaro. volevamo discutere di programmi, c’è stata una accelerazione e non ci tireremo indietro. Metteremo a disposizione della coalizione una proposta unitaria del Pd per trovare tutti insieme una soluzione condivisa al tavolo. E quindi una soluzione vincente».

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