L'inchiesta

Bari, pressioni per ritirare una denuncia? Cadono le accuse per Sannicandro e Stea

Isabella Maselli

Archiviato il fascicolo sul direttore generale dell’Asset, dell’assessore regionale Gianni Stea, dell’avvocato Salvatore Campanelli e del funzionario Donato Stefanelli

BARI - Il Tribunale di Bari ha archiviato il procedimento penale nei confronti del direttore generale dell’Asset, Elio Sannicandro, dell’avvocato Salvatore Campanelli, dell’assessore regionale Gianni Stea e del funzionario regionale Donato Stefanelli.

L’inchiesta riguardava le presunte “pressioni” ai titolari di una società di ingegneria di Noci che aveva lavorato su alcuni progetti di mitigazione del rischio idrogeologico gestiti dall’Asset, la Areva srl, Francesco Trisolini e Rossella Latorre (dalla cui denuncia partì l’indagine e che dopo la richiesta di archiviazione della Procura hanno proposto opposizione) per ritirare una denuncia in cambio di «benevolenza» su alcuni appalti.

Sannicandro, Campanelli e Stea erano accusati di concorso in tentata induzione indebita, tentata violenza privata, falso e soppressione di atti (quest’ultima accusa è a carico di Stefanelli).

Tutto sarebbe partito dalla risoluzione di un contratto con la Areva, nel 2018, secondo i denuncianti «ingiustificata». I due avevano denunciato che Campanelli, difeso dall’avvocato Donato Colucci e Sannicandro, assistito dall’avvocato Michele Laforgia, avrebbero chiesto di denaro, «voi non avete capito, qua ci vogliono i soldi», a sostegno della candidatura dell’avvocato e della sorella di Sannicandro alle elezioni comunali di Bari del 2019. Circostanza non provata.

Il gip Rossana De Cristofaro, respingendo l’opposizione e disponendo quindi l’archiviazione del procedimento come chiesto dalla pm Savina Toscani, evidenzia che «talune emergenze investigative» sono «in contrasto con la versione resa dai denuncianti». Negando indagini suppletive, dagli approfondimenti su celle telefoniche alla escussione di nuovi testimoni, perché ritenute «superflue» e comunque «inidonee a superare le riscontrate carenze probatorie».

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