Assessore Gianni Stea, rieletto con 8754 voti nella circoscrizione di Bari, come è stato il trasloco dall’assessorato all’Ambiente a quello al personale?
«Non è cambiato niente. Ho conservato l’ufficio precedente nel palazzo di Via Gentile. Mi sento però più responsabile di prima perché ho sulle spalle tutte le risorse umane delle ente Regione - oltre 3200 dipendenti - e poi abbiamo in programma concorsi per altre 600 assunzioni».
Una buona notizie per tanti giovani pugliesi?
«Sì, abbiamo bisogno di nuove figure per dare supporto a settori importanti come l’agricoltura e l’ambiente, dove i miei colleghi assessori chiedono maggiore supporto. In questo modo tratterremo in Puglia anche il migliore capitale umano dei nostri giovani, non più costretti ad andar via. Il personale della Regione è il supporto indispensabile per le dare risposte ai bisogni dei pugliesi».
Con Anna Grazia Maraschio avete parlato di Ambiente?
«Abbiamo avuto un incontro per un passaggio di consegne: è stata l’occasione per ringraziare anche i dirigenti Barbara Valenzano e Giovanni Scannicchio. Ci sarà piena collaborazione con il nuovo assessore: ci sono progetti che andranno avanti e altri di cui sono orgoglioso».
Quali?
«Abbiamo stanziato circa 110 milioni di euro per i centri di raccolta comunali, poi 70 milioni di euro per la messa in sicurezza di alcune discariche e non dimentichiamo la vittoria conquistata con il risparmio di circa 25 milioni di euro grazie a un accordo tra Ager, Anci Puglia e aziende private di discariche».
Il nuovo incarico è la seconda sfida. La prima è stata quella vinta con il risultato raggiunto alle elezioni dalla lista Popolari per Emiliano. Il simbolo è stato decisivo?
«Il simbolo è mio, l’ho deposito io: “popolari” in piccolo e con “Emiliano” in grande. Con Massimo Cassano e Totò Ruggeri abbiamo costruito una lista forte che ha fatto la differenza, facendo vincere Emiliano e perdere Fitto. Altri hanno provato a presentare un simbolo che prendeva le distanze dal governatore, noi ci abbiamo creduto e abbiamo intercettato un voto largo d’opinione».
Nella lista ci sono molte sigle centriste. Che ruolo ha svolto Puglia popolare?
«Il nostro vecchio movimento ha svolto la parte principale, con candidati e organizzazione in tutte le province, ma c’è stato anche l’aiuto di Ruggeri su Lecce, Brindisi e Taranto».
Con Massimo Cassano l’intesa è di nuovo solida?
«Non ci sono dubbi. Non abbiamo mai rotto. C’è stata solo una discussione e un chiarimento».
Il politico a cui si sente vicino?
«Guardiamo all’esperienza di Bruno Tabacci e Angelo Sanza del Centro democratico».
Ha lasciato il centrodestra per aderire al progetto di Emiliano. Ha un messaggio per i suoi ex amici conservatori?
«Purtroppo nel centrodestra ci sono solo disfattisti. Il grande pregio di Emiliano è essere un “imprenditore della politica”: è lungimirante e inclusivo. Ha inseguito me e Cassano ed è stato due mesi ad aspettare i 5S per farli entrare in giunta. È un vero segugio, non molla mai».
A destra?
«C’è chi ha cercato di farci scomparire, addirittura non ci ha fatto entrare nel gruppo di FI… Mi ha chiamato Ventola per farmi gli auguri. Fitto voleva chiamarmi, ma noi non avremmo mai abbandonato Emiliano. Gli amici di Fitto hanno fatto perdere Raffaele: Fdi ha prodotto solo atti di demolizione contro Cassano. Noi abbiamo risposto con i fatti. La sconfitta non è solo di Fitto, ma dei suoi amici arroganti. Non contano i sondaggi ma gli uomini che portano consensi. I nostri voti valgono doppio, sono di centrodestra, passati con Stea a Emiliano».
Ha già iniziato a vedere i dossier del Personale?
«Mi sono sentito con l’assessore uscente Nunziante. Ho già incontrato i dirigenti e a stretto giro parleremo dei primi provvedimenti da assumere».
Ha anche la delega del contenzioso amministrativo. Una gatta da pelare?
«Un po’ sì. Ci sono tante cause pendenti. Seguirò il tracciato lasciato da Nunziante».
Il suo movimento guarda ai bisogni della gente. Il civismo di Puglia popolare diventerà di respiro nazionale?
«Noi siamo pronti a intraprendere un nuovo progetto civico in Italia. Del resto tanti amministratori vogliono aderire al nostro movimento. All’indomani della stabilizzazione del gruppo regionale, proseguiremo con il radicamento nel territorio».
Con la nuova giunta indosserà più spesso la cravatta?
«Mi presento con semplicità, sono un imprenditore concreto e non guardo troppo al look: le porte del mio assessorato sono aperte a tutti, dipendenti e cittadini».
Va bene, ma la cravatta allora?
«Ma nei prossimi consigli non escludo di indossare una cravatta».
Colorata?
«No, non mi piacciono quelle appariscenti. Preferisco uno stile sobrio e elegante…».