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Autismo, stop all’assegno di cura: difficoltà e proteste delle famiglie a Bari

 
ANTONIO GALIZIA

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ANTONIO GALIZIA

Autismo, stop all’assegno di cura: difficoltà e proteste delle famiglie a Bari

Tupputi (Assomeda): «Il bando compromette le possibilità di assistenza»

Domenica 22 Ottobre 2023, 11:00

BARI - Chiedono un sostegno economico per garantire assistenza ai propri figli con disturbi dello spettro autistico. Nell’area metropolitana di Bari sono almeno 2mila (dati Asl Ba) i soggetti minori e adulti con problemi legati a questa condizione. Non mancano i disagi. A raccontarci le ultime disavventure è Vito Tupputi, padre di un ragazzo autistico e presidente regionale dell’associazione famiglie Assomeda: «Le difficoltà derivano dal bando della Regione Puglia per la concessione dell’assegno di cura, un sostegno economico che versato direttamente alla persona disabile o alla famiglia che amorevolmente se ne prende cura, dovrebbe aiutare gli interessati ad assolvere a tutte quelle spese che l’aiuto al disabile comporta, supplendo alle carenze assistenziali del sistema socio sanitario».

Che cosa non va?

«Nel luglio scorso è stato pubblicato un avviso per la concessione degli aiuti molto complicato, che chiede alle famiglie di scegliere tra due alternative: il sostegno alla famiglia o il patto di cura. Il sostegno alla famiglia prevede un assegno di 700 euro mensili senza rendicontazione (negli anni precedenti era di 1.100 euro) per 20 mesi, da maggio 2023 fino a dicembre 2024. Ad oggi, non è stato ancora espletato il versamento giustificando il ritardo con la necessità di attendere il completamento delle Uvm (Unità di valutazione multidisciplinare) dei nuovi richiedenti».

Questi ritardi hanno comportato l’interruzione della continuità assistenziale?

«La continuità non viene rispettata, lasciando le famiglie in una angosciosa attesa e obbligandole ad affrontare le spese assistenziali del disabile in un momento storico in cui è difficile gestire le uscite di una qualsiasi famiglia ed ancor più in quelle in cui è presente una persona disabile da accudire e la risposta telematica fredda ed impersonale è “attendere prego”».

E il patto di cura?

«Per coloro che avessero optato questa seconda scelta, la Regione Puglia ha previsto un assegno mensile di 1.200 euro, anch’esso per un arco temporale di 20 mesi da maggio 2023 a dicembre 2024, a patto che nel mese di luglio scorso ed entro 30 giorni dalla data di presentazione della domanda le famiglie formalizzassero un contratto di lavoro, depositato all’Inps con una figura professionale (infermiere, oss, educatore, fisioterapista) alla quale le famiglie possano versare uno stipendio mensile con relativi contributi previdenziali. A questo punto è d’obbligo una prima osservazione, considerato che siamo nel mese di ottobre e ad oggi non sono state ancora elaborate le graduatorie, questo significa che per avere una minima sicurezza di poter accedere al contributo, le famiglie in questo momento si stanno già indebitando, per cui ci si chiede ove sia la ratio in questa seconda scelta, cioè se una famiglia richiede un sostegno si suppone che vi sia la necessità di ricevere un contributo economico mentre la Regione invece di elargirlo prontamente, chiede a sua volta alle famiglie di indebitarsi preventivamente».

La vicenda sarà al centro di alcuni incontri tra associazioni e autorità regionali e sanitarie per verificare la possibilità di superare le criticità emerse dai due bandi.

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