BARI - Finisce in cella il terzo presunto responsabile della morte del 40enne pr barese Francesco Vitale, «Ciccio Barbuto», deceduto dopo essere caduto dal quinto piano di un palazzo a Roma il 22 febbraio scorso. Si tratta di una donna, Ilaria Valentinetti, 43 anni, accusata di concorso in sequestro di persona a scopo di estorsione, con l’aggravante di aver cagionato la morte della vittima. Il provvedimento è l’ultimo atto dell’inchiesta che avevano già portato all’arresto di Daniele Fabrizio, 38 anni, e del compagno della donna, Sergio Placidi, 48 anni.
Vitale, è l’ipotesi investigativa - dopo essere stato segregato e torturato all’interno di un appartamento in via Pescaglia, nel quartiere Magliana, per 500mila euro di riscatto chiesti alla famiglia per la sua liberazione, precipitò dal quinto piano nel tentativo di fuggire dagli aguzzini che lo tenevano sequestrato per un presunto debito di mezzo milione di euro per un carico di droga che aveva acquistato.
In particolare, nel corso delle indagini è emerso che la 43enne abbia partecipato direttamente al sequestro a scopo di estorsione, rendendosi, nei giorni successivi al sequestro, irreperibile, tentando la fuga e continuando a ricercare negli ambienti criminali il denaro promesso.
La vittima, che risiedeva in Puglia, secondo le indagini dei carabinieri coordinati dalla Procura di Roma, era venuto nella Capitale per incontrare le persone che l’hanno poi sequestrato dopo una trattativa finita male.
Gli inquirenti hanno immediatamente ipotizzato che la morte del 45enne fosse maturata in ambienti criminali romani, senza escludere anche questioni legate a giri di droga. Del resto la vittima aveva un passato da pusher, coinvolto in diversi procedimenti per spaccio e traffico di droga, alcuni conclusi da anni con sentenze irrevocabili di condanna, tutti per fatti risalenti a circa vent’anni fa. Quindi gli accertamenti dei carabinieri si sono concentrati sull’appartamento nel quale il pr barese sarebbe stato sequestrato, forse proprio dai suoi creditori e, è l’ipotesi degli inquirenti, sarebbe stato picchiato. In casa, infatti, ripulita con la candeggina nel tentativo di non lasciare tracce, la scientifica ha comunque trovato tracce di sangue, segno che Vitale potrebbe essere stato picchiato e ferito per 12 lunghe ore, la notte tra il 21 e il 22 febbraio, per poi precipitare. Non è escluso che sia morto cadendo dal quinto piano mentre tentava la fuga.